Giuseppe Paternò è il laureando più anziano d’Italia: a quasi 97 anni sta studiando per conseguire la laurea in Storia e Filosofia all’Università di Palermo e se tutto andrà secondo i piani, a luglio dovrebbe finalmente laurearsi! Intervenuto a Un Giorno Da Ascoltare, Nonno Giuseppe ha raccontato anche la sua storia: una vita vissuta per il lavoro, lo studio e la famiglia.

La passione per lo studio

“A luglio dovrei prendere la laurea, intanto devo dare gli ultimi esami. Come festeggerò questo traguardo? Continuerò a studiare fino all’ultimo giorno della mia vita. Voglio essere di esempio per tutti quei ragazzi che stanno studiando e magari decidono di fermarsi al primo ostacolo perché bisogna sempre avere la forza di proseguire e di scavalcare tutti quegli ostacoli che per forza di cose si incontrano sul proprio cammino: se si ha la forza di proseguire si riesce a superarli con facilità senza lasciarsi troppo abbattere!”

La storia

“A quattordici anni mio padre mi mandò a lavorare e fu solo due anni dopo, a sedici anni che sempre lui mi lasciò fare la scuola di avviamento professionale a indirizzo industriale. Con mio padre feci un patto, lui mi disse: se tu sarai promosso ogni anno, in estate andrai a lavorare al bar in aiuto ai camerieri e così accadde perché tutto andò per il meglio fino a quando nel 1942 fui assunto stabilmente nelle Ferrovie dello Stato fino al 1984 quando andai in pensione. Non so stare con le mani in mano quindi decisi di riprendere gli studi, leggere tanti libri e continuare così a studiare per una mia soddisfazione professionale, che mi ha portato anche a scrivere alcuni libri in cui racconto varie storie, anche della mia Palermo che è una città bellissima tutta da scoprire. In famiglia sono contenti di questa mia scelta, mio figlio mi accompagna anche all’università quando devo dare gli esami, insomma: l’importante è non fermarsi mai e continuare a studiare soprattutto per se stessi, ci sono tante cose da conoscere e da scoprire ed è un peccato rimanere con le mani in mano senza scoprirle!”