Psicologi: ne servirebbero in quantità, nell’era della perenne instabilità. Dagli ambienti di lavoro, alla scuola, nelle ASL, invece “siamo in una fase di ritardo istituzionale, anche del pensiero politico – ha spiegato David Lazzari, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – un cittadino che ha un disturbo, o un disagio, potrebbe andare alla ASL a chiedere aiuto, ma riesce a farsi assistere e aiutare soltanto una persona su quattro: è una statistica grave e caotica. Per giunta mancano leggi che prevedano la presenza degli psicologi a scuola.”

Cosa pensano gli italiani degli psicologi?

Paradossalmente, “l’Italia fa studiare tanto anni i ragazzi, quasi quanto i medici, e poi non li utilizza – ha sottolineato Lazzari – secondo alcuni studi farsi aiutare da un psicologo è più efficace che assumere farmaci.” Il pensiero degli italiani a riguardo risulta molto evoluto, “vedono nello psicologo una risorsa, non solo in casi di disturbi depressivi, ma anche in casi di problemi relativi alla qualità della vita, quindi è considerato per quello che è, cioè un tecnico del benessere.”

L’importanza del benessere psicologico

Psicologi: aiuterebbero a combattere il trasversale problema della depressione, il che significherebbe allontanare le altre ventidue malattie che ne conseguono. “La salute, in passato si pensava fosse collegata ad un fisico ben funzionante, adesso si pensa sia collegata al benessere psicologico. E’ una risposta che è stata data a coloro che hanno una malattia fisica – si è congedato così David Lazzari, dell’Ordine Nazionale degli Psicologi – si vive il benessere psicologico come una risorsa, si tratta di un’evoluzione culturale importante. La psicologia cento anni fa quasi non esisteva, oggi è una lente che ci permette di guardare la realtà con occhi diversi, a dimostrazione del fatto che la società si è molto evoluta da un punto di vista tecnologico, e del benessere materiale, e il prezzo che paghiamo è un ritmo di vita più stressante.”

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