I rapporti umani, interpersonali non sono sempre facili. Per questo dal Piemonte è partita una bella iniziativa che mira alla comunicazione gentile: un vero e proprio decalogo della gentilezza! Il movimento è partito dal Piemonte con quattro Comuni che hanno istituito l’assessorato alla Gentilezza: Igliano (Cn), Omegna (Vco), Rivarolo Canavese (To) e Salerano (To).
Sara Rubelli, docente universitaria di scienze della comunicazione è stata da poco eletta assessore alla gentilezza di Omegna ed è intervenuta a Un Giorno Da Ascoltare per parlare del suo decalogo della gentilezza.
Le regole per cercare di essere gentili
“L’idea è arrivata da una mia riflessione da docente, sulla gentilezza nella comunicazione poiché molto spesso passa l’idea che essere gentili equivalga ad essere un po’ fessi quando in realtà è esattamente l’opposto: quando siamo gentili stiamo applicando una strategia di comunicazione perché è molto difficile chiaramente essere gentili con tutti, anche con quella persona che ci fa arrabbiare… Quando ci rapportiamo con l’altro occorre capire che ci troviamo avanti a un’altra persona e come tale anch’essa sta magari passando un brutto periodo, ha i suoi pensieri e le sue gioie e parla la nostra stessa lingua. Occorre pensare che le parole restano!”
Ricordare quanto detto
Ricordarsi che ciò che si è detto o scritto resta impresso nell’interlocutore. Le parole dette o scritte arrivate a destinazione non si cancellano dalla mente dell’interlocutore nemmeno ritrattandole.
I social media
Non utilizzare i social media per la discussione di questioni importanti. La comunicazione interpersonale, che avviene faccia a faccia, è la modalità di dialogo più autentica per affrontare questioni importanti, complesse e che hanno implicazioni significative.
L’ascolto
Rispondere solo dopo aver ascoltato e ben compreso la questione di cui si parla. Le risposte azzardate, veloci e irriflesse sono spesso sbagliate, incomplete o inappropriate.
Le competenze
Rispondere alle questioni tecniche solo se si hanno le competenze per farlo. Ci sono questioni che si risolvono per punti di vista. Vi sono, però, questioni la cui soluzione non è semplicemente un punto di vista, ma richiede competenze tecniche. La vita democratica, positivamente caratterizzata dalla libertà di parola, non fa sì che tutto sia risolvibile a seconda dei gusti. È segno di intelligenza sociale riconoscere su cosa si è esperti e su cosa, invece, serve consultare o ascoltare gli esperti.
Correggere gli errori (sempre con gentilezza)
A volte è necessario rimproverare e correggere. Essere gentili non significa che non ci si possa arrabbiare con l’interlocutore o essere nella posizione di doverlo rimproverare per qualcosa. Il rimprovero deve, però, essere giustificato oggettivamente e non motivato da ragioni personali e non deve essere sgarbato: la buona regola è spiegare dove l’interlocutore ha sbagliato, fargli capire l’errore, verificare se è possibile rimediare all’errore, se sì come, se no come evitare che esso accada di nuovo e che cosa si può imparare da quanto successo.
La comunicazione non verbale
Prestare attenzione alla comunicazione non verbale. La comunicazione non verbale, che include aspetti quali la gestualità, lo sguardo, l’abbigliamento, impatta notevolmente sulla percezione di quanto si dice. Idee di per sé giuste rischiano di essere inascoltate qualora ci siano immagini, sguardi, posture o gesti ritenuti dall’interlocutore inappropriati.