Depressione giovanile: qual é la causa del disturbo? E’ vero che i social e le nuove tecnologie hanno un ruolo sempre piú importante? “Hanno un certo peso, ma si è visto che il disturbo è la combinazione di più elementi: genetici, biologici, ambientali e psicologici – ha osservato Alexia Di Filippo – i familiari di una persona affetta da depressione hanno un maggior rischio di sviluppare lo stesso disturbo. A questa predisposizione possono aggiungersi circostanze esistenziali gravi come la perdita di una persona cara.”
Le reazioni degli altri
Depressione: cos’è, tristezza, voglia di stare lontani dagli altri, solitudine? “L’umore angosciato e i sentimenti di tristezza, di vuoto nonché la mancanza di interesse e /o piacere nello svolgere le normali attività del quotidiano come nello stare a contatto con gli altri, rendono queste persone incapaci di trarre soddisfazione o conforto dal contatto interpersonale per questo spesso esperiscono vissuti di isolamento, di grande separatezza dagli altri. Sovente le persone attorno ad una persona depressa, la sollecitano a fare qualcosa che non è in grado fare, cioè reagire, provocando ulteriore angoscia e ritiro sociale.
La depressione in età evolutiva
Si può soffrire di depressione a tutte le età: da bambini, da adolescenti, durante l’età adulta e in terza età.
“É molto importante, precisa infine l’esperta, da parte dei genitori, fare attenzione anche allo stile educativo che adottano nei confronti dei figli. Gli studi mostrano che genitori iperprotettivi infragiliscono i ragazzi perché non consentono loro di misurarsi con il limite, con la difficoltà, con l’errore e la frustrazione che costituiscono sfide evolutive imprescindibili per crescere – si è congedata l’esperta – oggi si tende a porre l’accento sulle scarse opportunità che la società offre ai nostri ragazzi in quanto causa di grave insoddisfazione in loro e ciò é senz’altro vero. Proprio per questo risulta cruciale educare i figli affinché riescano ad adattarsi, in un mondo sempre piú competitivo, con responsabilità, alla responsabilità.”