Lisa Marzoli, apprezzata conduttrice televisiva, reduce da una bella estate professionale, è stata riconfermata a pieni voti per la stagione invernale. “Sono capo autrice del progetto del sabato mattina, di Rai1, dedicato alla cultura – ha detto Lisa Marzoli, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – mi piacerebbe dire che ad un certo punto della carriera ci si rilassa, ma non è così. E’ una sfida continua.”

Vita professionale e vita privata

Per lavorare e fare la mamma, contemporaneamente, “serve molta organizzazione. In Italia è difficilissimo, all’estero le famiglie vengono sostenute di più: lo Stato è il terzo genitore. Prima di passarci non me ne rendevo conto – ha affermato la Marzoli – la maggior parte delle colleghe ha deciso di non avere figli, ad altre non è capitato di poterne avere.” Non è così scontato, dunque, che ad un certo punto della vita professionale si riesca a diventare madri, soprattutto se si lavora a certi ritmi, e in determinati ambienti.

La storia personale

“Ho avuto una figlia a 39 anni, sulla soglia dei 40, fase della vita che se viene superata può favorire l’insorgere di alcune complicazioni. La mia è stata una gravidanza difficile, avere un figlio richiede molte energie. Per tanti anni ho fatto l’alba, quella è stata una fase in cui mi era impossibile occuparmi d’altro, oltre che del lavoro – ha aggiunto la giornalista Marzoli – non mi aspettavo che la gravidanza fosse così stigmatizzata, in certi ambienti. Ad una donna giornalista viene chiesto di essere sempre pronta, la maternità impone di rallentare. Ho notato un certo maschilismo e poca sensibilità nei confronti delle donne, è importante che le aziende facciano passi in avanti importanti: è assurdo che nelle aziende pubbliche non ci siano gli asili, ad esempio, anche i privati dovrebbero fare lo stesso.”

La gavetta

Lisa Marzoli, ha da poco conquistato il grande pubblico grazie alla tv, ma di fatto lavora in RAI, per il Tg2 da molti anni, e prima ancora scriveva per Il Resto del Carlino. “Ho fatto una gavetta infinita, ho cominciato a vent’anni, sono stata precaria per molto tempo. E’ una fase del periodo lavorativo importante, serve per crearsi, formarsi, una certa forma mentis – si è congedata così la conduttrice – Il Resto del Carlino è un giornale lettissimo nelle Marche. Lì realizzavo due pagine da sola, quotidianamente. Erano i tempi dell’università, non ho mai voluto mollare, volevo davvero fare questo lavoro, e non avevo neppure un piano b. Agli studenti dico di iniziare fin da subito il lavoro che vogliono fare, anche a costo zero, serve per affrontare gli esami. Quando davo gli esami a Scienze della Comunicazione studiavo cose che avevo già sperimentato nella pratica.”

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