Influencer: ci fanno sapere quanto guadagnano, non quali abilità e conoscenze bisogna avere, per entrare a pieno titolo nel mercato virtuale. Se fino ad oggi è stata la tv a vincere la sfida comunicativa, sorpassando la fascinosa e vecchia radio, adesso è la rete a fare la parte del leone. I messaggi veicolati da un certo tipo di personaggi, attraverso i social, possono raggiungere migliaia di followers in poco tempo, abbracciando un’ampia fetta di utenti. “Siamo passati da un orientamento, delle aziende, al prodotto ad un orientamento verso il consumatore, fino ad arrivare ad un più recente orientamento verso le persone – ha spiegato il professor Daniele Di Giorgio, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – il testimonial è collegato unicamente al sistema televisivo, con l’influencer entriamo in una nuova branca della comunicazione definita influencer marketing.”

Il content marketing

Influencer: arriva con loro “il content marketing, ovvero l’attenzione al contenuto del messaggio: dev’essere specifico e dettagliato, avere caratteristiche di qualità. L’influencer dev’essere riconosciuto come ambassador del brand, e incarnare le caratteristiche della marca e del prodotto – ha aggiunto l’esperto di comunicazione – un messaggio veicolato da un influencer produce grande coinvolgimento e convincimento. Generare contenuti significa dialogare con l’azienda, tutti potrebbero, pochi riescono. Generare contenuti non significa andare a ruota libera e il linguaggio da utilizzare dev’essere semplice.

Il consumatore opinionista

La comunicazione mediata dagli influencer dura ventiquattr’ore, ed è “un mix di episodi di vita quotidiana e messaggi pubblicitari. I Millennials pensano sia un mestiere facile, si può addirittura parlare di precariato nell’ambito degli influencer: ce ne sono tanti e non tutti stanno allo stesso livello. I contenuti, inoltre, vanno pianificati con attenzione e vengono pubblicati in momenti specifici della giornata – ha specificato Di Giorgio – il consumatore è interattivo, vuole dire la sua e lo fa interagendo con l’influencer stesso. Il tutto nasce in piena quarta rivoluzione industriale.”

 

Influencer: passano le giornate “dagli outfit all’allattamento, diventando brand a tutti gli effetti. Le famiglie diventano brand, si tratta di un’attività commerciale a tutti gli effetti – si è congedato Daniele Di Giorgio – il prodotto non viene messo al centro del messaggio, ma è la storia dell’azienda a diventare parte integrante. Queste, oggi, hanno l’esigenza di insegnare qualcosa.”

 

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