Giovanni Cafagna, presidente dell’Associazione nazionale lavoratori stagionali, è intervenuto a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente, per parlare delle condizioni di lavoro degli stagionali, della Naspi, la misura che dimezza il sussidio di disoccupazione, delle figure professionali del settore turistico che decidono di andare a lavorare all’estero. Cafagna ha puntato il dito contro la politica e la mancata intenzione di affrontare il problema. Un post sulla pagina Facebook dell’associazione recita così: “Fin dal 2015 la nostra attività sindacale di contrasto al sussidio dimezzato ha prodotto continui incontri con le forza politiche sia di governo che di opposizione, apparizioni sui giornali e sulle TV nazionali e locali, manifestazioni in piazza Montecitorio e sotto i consigli regionali e ha ottenuto due interventi da parte del governo nel 2015 e nel 2016. Ora nonostante le promesse del M5S fatte quando era all’opposizione tutto è fermo”.
La Naspi, la misura inserita nel Jobs Act del 2015, sotto il governo Renzi
“La Naspi ha dimezzato il sussidio di disoccupazione, è previsto per la metà delle settimane lavorate. Ad esempio, se lavori per tre mesi il sussidio sarà per un mese e mezzo. E’ stata una punizione, i governanti pensano che gli stagionali lavorino 6 mesi con contratto e due in nero, per un totale di 8 mesi. Per carità, ci saranno pure dei casi del genere ma riguarda sicuramente una parte esigua dei lavoratori stagionali, perché la stagione inizia ai primi di aprile e termina a fine settembre. Raramente si riesce a prolungarla di più.
La Naspi mette in crisi il settore turistico, non il reddito di cittadinanza
Non è il reddito di cittadinanza che disincentiva le persone ad accettare un lavoro stagionale. Chi ha svolto un lavoro stagionale l’anno precedente ha conseguito un reddito che non gli consente di percepire il reddito di cittadinanza. Chi ha fatto lo stagionale l’anno precedente ha conseguito un reddito di 7-8mila euro e non ha diritto al reddito di cittadinanza. E’ una balla inventata dai soliti imprenditori che fanno fatica a trovare personale perché non hanno la serietà di trattarlo secondo il contratto nazionale. Sfido chiunque a trovare una persona quest’anno non ha fatto la stagione perché ha percepito il reddito di cittadinanza”.
I lavoratori stagionali
“Chi lavora nel mese di agosto sono i ragazzi, quelli che vanno a scuola o all’università, che vogliono guadagnare qualcosa e che vengono chiamati dagli imprenditori quando c’è il picco del lavoro. Ma sono una piccola parte rispetto a chi mantiene e porta avanti l’attività turistica. I lavoratori stagionali sono persone capaci, navigate, con anni di esperienza alle spalle, siamo adulti, padri di famiglia. La vera crisi è esplosa quest’anno, penso che i servizi siano stati carenti rispetto alle stagioni passate. Molte persone hanno dovuto lavorare di più proprio per sopperire alla manca di personale”
Le promesse della politica non mantenute, l’atteggiamento del M5S
“Il M5S che si è posto come un movimento di rottura rispetto al passato quindi mi aspetto che quello che prometti quando sei all’opposizione tu lo mantenga quando governi. Non mi rispondi: “Abbiamo 5 anni di tempo, bisogna avere pazienza”. Per me il M5S nei 14 mesi di Governo con la Lega non è stato in grado di attuare quel cambiamento che tutti noi ci aspettavamo. E lo dico io che sono un attivista Cinquestelle e credo nel movimento. Ma se tu fai una promessa e quando governi accampi delle scuse per me sei come tutti gli altri, ti comporti come gli altri partiti politici”.
Le condizioni di lavoro
“La cosa più assurda è che noi non facciamo un giorno di riposo, lavoriamo 7 giorni su 7. Gli alberghi che danno il giorno di riposo sono una piccola percentuale, il 10%. Si fanno 12 ore al giorno durante la stagione estiva. Lo stipendio più alto che ho sentito è 1700 euro al mese. Questo avviene in Italia da sempre, sono 30 anni che funziona così”.