Un gruppo di ragazzi under 15 con un’unica passione: il basket! Fin qui non ci sarebbe nulla di strano se non che questi atleti rischiano di non poter più giocare poiché per la normativa sportiva le squadre di basket italiane possono avere soltanto due giocatori stranieri nella rosa. Questi giocatori sono tutti stranieri secondo la carta d’identità perché non hanno ancora la cittadinanza italiana pur essendo nati nel nostro Paese. L’appello è lanciato dal fondatore, atleta e allenatore Massimo Antonelli che attraverso la squadra Tam Tam Basket vuole denunciare i paradossi dello sport italiano e lo fa anche attraverso i nostri microfoni.
Tam Tam Basket
“Questi ragazzi sono nati tutti in Italia e sono tutti di Castel Volturno che vanta un’enorme comunità africana. Questi ragazzi non facevano sport perché non si potevano permettere di farlo e in questo modo stavamo creando un grande buco sociale così decidemmo di creare questa squadra. Gli intoppi avvennero qualche tempo più tardi quando ci iscrivemmo alla FIP (Federazione Italiana Pallacanestro) e scoprimmo che per formare una squadra gli atleti non potevano essere tutti “stranieri” ma il limite massimo consentito è di due giocatori stranieri. A seguito di ciò facemmo una grande rivolta attraverso i social e i media che ci portò a poter giocare in deroga nei campionati Under 14 e Under 15; i problemi non terminarono qui: quest’anno abbiamo vinto il campionato regionale campano Under 15 ma i ragazzi non possono andare oltre e scontrarsi con i campioni importanti nel campionato nazionale perché la legge rimane la stessa, ovvero che non ci può essere una squadra con più di due stranieri nella rosa. Dopo che la federazione ci concesse questa deroga il governo nel 2017 andò oltre riconoscendo lo stesso diritto a tutti i giocatori di una squadra che debbono così essere considerati italiani a tutti gli effetti ma c’è un paradosso: questa legge non investe tutte le categorie infatti nel campionato nazionale infatti non è applicabile e quindi nemmeno i miei giocatori possono gareggiare! Occorre cambiare le cose, continueremo a batterci affinché lo sport diventi davvero fruibile a qualsiasi persona al di là del colore della sua pelle!”