Thomas Cook ha dichiarato forfait uscendo dal mercato e dimostrando che il tempo di attività, per un’azienda e per i suoi servizi, non è sinonimo di buona qualità. Il famoso operatore turistico britannico esce dal mercato all’improvviso, consapevole delle ripercussioni sui consumatori. “Serviva centinaia di migliaia di persone all’anno e all’improvviso ha dichiarato fallimento, e pensare che all’interno della propria compagine era intervenuto il mercato orientale – ha spiegato Renza Barani, vice presidente di Federconsumatori a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – molte questioni dovranno essere analizzate, quando le cose si saranno quietate. Al momento è importante far rientrare a casa la gente che si trova in giro per il mondo.”
Il piano rimpatrio
Sarebbero circa “5/6mila i passeggeri che devono rincasare. Da ieri è scattato il piano rimpatrio, che è destinato a durare fino ad ottobre. Serve tempo per riportare a casa le quattordicimila persone che si trovano in vacanza – ha osservato la vice presidente Barani – il programma di rientro non include i voli di andata e nel caso in cui il turista scelga di partire con un’altra compagnia non potrà usufruire dei voli di ritorno.”
Cos’è successo? Di quali servizi potevano fruire i consumatori?
“Thomas Cook è stato un tour operator verticale: era possibile acquistare voli, noleggiare auto in loco – si è congedata la Barani – non sappiamo ancora dove mandare le segnalazioni. Auspichiamo possa essere messo a disposizione un modulo da compilare e inviare le varie diffide, segnalando i disservizi subiti. E’ incredibile pensare che sia saltato tutto, da un momento all’altro. Abbiamo assistito ad una cessazione dell’utilizzo del sito web. Il portale ha cessato di funzionare ed è apparso il messaggio siamo in bancarotta, vi forniremo al più presto altre informazioni.”
Il solo racconto fa pensare ad uno scherzo, o ad una giovane compagnia sul lastrico a causa dell’inesperienza, niente di tutto questo. E a farne le spese, ancora una volta, sono i consumatori.