Giuseppe Onufrio, Direttore esecutivo di Greenpeace Italia, è intervenuto questa mattina nella trasmissione ‘Tutto in Famiglia’ condotta da Livia Ventimiglia e Annalisa Colavito su Radio Cusano Campus per parlare del summit Onu sul clima che si è tenuto ieri a New York.
Le parole di Conte
“Il nostro Presidente del Consiglio ieri ha parlato di piani per l’ambiente che non esistono. Il premier Conte riveste un ruolo pubblico e ufficiale e le sue dichiarazioni di ieri rasentano il falso ideologico. La bozza di piano per l’ambiente in Italia non permetterà mai la totale decarbonizzazione, ossia l’azzeramento delle emissioni entro il 2050. Abbiamo contestato i documenti che stanno circolando ma non abbiamo mai ricevuto riscontro. Parlare di azzeramento delle emissioni entro il 2050 significa stabilire la data in cui la vendita di auto a gas e petrolio verrà proibita; significa definire la data di chiusura delle centrali a gas e del riscaldamento domestico. Senza un piano che stabilisca queste tappe fondamentali, le dichiarazioni sull’azzeramento delle emissioni risultano solo chiacchiere.
Il Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima, che il governo ha redatto non prevede nemmeno il 2050 come data ultima. Non si decarbonizzerà mai l’Italia secondo questi piani. Per fronteggiare l’emergenza energetica si è introdotto l’obiettivo europeo, ma senza risorse quindi si tratta di piani difficilmente realizzabili. Il piano del Governo è targato Eni, la quale estrae gas e petrolio. Quindi una decarbonizzazione entro il 2050 comporterebbe l’avvertimento degli azionisti circa l’eventuale chiusura di Eni, a meno che Eni non cambi mercato. Il problema è che l’attuale sistema è governato da un oligopolio, ossia ci sono poche e grandi multinazionali. Il passaggio totale all’energia rinnovabile introdurrebbe nel mercato tante piccole aziende.
Un mercato gestito da pochi
Si continua a pensare al nostro Paese come una specie di molo per il gas europeo. Descalzi (AD Eni) parla di energia da gas e da rifiuti: l’energia da rifiuti è plastica e la plastica è un combustibile fossile. Siamo in una situazione terribile se si pensa ai dati di riscaldamento globale annunciati domenica scorsa dall’Organizzazione meteorologica mondiale. Se in quasi due secoli la temperatura è aumentata di 0,9 gradi, negli ultimi cinque anni è aumentata di 0,2. Siamo quindi di fronte ad un’accelerazione spaventosa dei cambiamenti climatici.
Bisogna cambiare il sistema che ad oggi è prevalentemente basato su petrolio, gas e carbone. Chi gestisce questi mercati non ha alcuna voglia di farsi da parte. Noi di Greenpeace vogliamo che si smetta di sussidiare con soldi pubblici gli allevamenti intensivi, che sono un altro tema importante per i cambiamenti climatici e inquinano il territorio sia localmente che localmente. Vediamo purtroppo una distanza siderale tra le azioni e quello che sarebbe necessario fare.”