Vivere per tredici mesi nell’altopiano antartico, in una zona della Terra che somiglia per le sue condizioni estreme a un luogo extraterrestre: un posto in cui la luce del Sole manca per tre mesi,dove l’aria è estremamente secca, l’ossigeno è carente e dove non esiste alcuna forma di vita né virus e batteri
Trascorrere più di un anno nel luogo più isolato al mondo ed essere più irraggiungibili anche rispetto agli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale: perché a “Marte Bianco” è impossibile essere soccorsi durante tutto l’inverno, per nove mesi, quando le temperature
possono scendere anche sotto i -80 °C.
Questo e tanto altro è racchiuso nel libro “Marte Bianco: nel cuore dell’Antartide. Un anno ai confini della vita.” scritto dall’ingegnere elettronico Marco Buttu che ha vissuto questa incredibile esperienza nella base italiana Concordia, insieme ad altri dodici ricercatori.
Marte Bianco: nel cuore dell’Antartide. Un anno ai confini della vita
“La particolarità di questa esperienza consiste nel fatto che ci trovavamo nel cuore dell’Antartide dove le temperature toccano picchi anche di -80 gradi, non c’è alcuna forma di vita, c’è una forte carenza di ossigeno e ci siamo trovati lì insieme a pochissime altre persone. E’ difficile dire quale sia stata la cosa che più mi ha colpito di questa avventura: dopo nove mesi venne un aereo con altre persone, nuovi rumori e nuovi odori… Questa è stata una grande emozione. Oltre questo anche il viaggio per arrivare alla base è stato incredibile: quattro ore di viaggio sopra una distesa di bianco! All’interno della stazione si fanno molti progetti scientifici e di ricerca, durante l’inverno c’era una parte di noi che si prendeva cura della base e l’altra metà si occupava proprio di varie ricerche scientifiche. Non ci sono stati fortunatamente momenti critici anche se, per ogni cosa che non avesse funzionato, avremmo avuto un’alternativa; si creano delle dinamiche di gruppo particolari in quei momenti, si pensa più ad andar d’accordo tra le persone, le tensioni non sono mancate ma fortunatamente sono stati problemi marginali sebbene anche le fesserie diventano problemi enormi a lungo andare, i quel determinato contesto.”