Polizia urbana: ha un ruolo fondamentale nel regolare “i comportamenti dei cittadini rispetto a determinate aree della città. Questi sono contenuti nel Regolamento appena approvato – ha osservato Antonio Pazonzi, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – il primo adottato dal comune di Roma risale al 1946 e ha interessato anche i condomini. Alcune delle vecchie regole contenute nella vecchia scrittura sono state riproposte nell’attuale regolamento: non stendere i panni fuori dai balconi; evitare che i cani abbaino; non tenere animali nei cortili condominiali; non innaffiare prima delle 23 e dopo le 6 di mattina; oppure prestare attenzione agli orari in cui eseguire i lavori, adesso andrebbero evitati dalle 14 – 16 del pomeriggio.”
Cos’è cambiato?
La vita nei condomini non è mai stata facile. Ora più di allora, è necessario tornare a definire le regole per una civile convivenza. “In passato gli schiamazzi venivano rilevati in orari notturni – ha aggiunto il presidente dell’ANACI, Antonio Pazonzi – tutte problematiche che hanno aumentato la conflittualità tra gli amministratori e i condomini. Questi ultimi spesso si rivolgevano all’amministratore, dicendo cosa non andava, e chiedevano di essere tutelati.”
Come fare?
La Polizia urbana è senza dubbio deputata a svolgere l’attività preposta. “Il testo unico, infatti, prevede sanzioni che possono migliorare la qualità della vita dei cittadini romani – ha sottolineato Pazonzi – è capitato che si facesse scaricabarile tra gli amministratori e i vigili urbani. Il testo è utile anche per questo, e va studiato con attenzione, in modo da conoscere i limiti.”
Le associazioni di categoria
Chi altri potrebbe essere d’aiuto nel migliorare la convivenza in città? “Andrebbero interpellate le associazioni di categoria per definire meglio alcune norme. Nel quartiere Prati alcuni edifici riportano scritte importanti sui muri, ad esempio, ed è possibile sapere se si tratta di condomini assicurati; sapere chi è l’amministratore di condominio – si è congedato Pazonzi – in una città dove la vita di condominio è molto diffusa l’ideale sarebbe che lo facessero tutti.”