Tv pirata: sconosciute alla stragrande maggioranza dei consumatori, soprattutto agli aficionados della vecchia cara tv, non per questo meno importanti. La Polizia Postale con l’operazione “Eclissi” si è occupata del fenomeno indagando sulla gestione dei canali e dell’uso dello streaming e sugli introiti economici.
Ne abbiamo parlato con Ivano Gabrielli su Radio Cusano Campus, a Tutto in Famiglia: “Sono televisioni che offrono la possibilità di vedere in streaming, e con pochi euro, palinsesti a pagamento. E’ un fenomeno noto da un paio d’anni – ha spiegato Gabrielli – ci aspettavamo di trovare un’infrastruttura informatica molto zelante. Addirittura, quello che ci arriva dalle operazioni che stanno conducendo gli specialisti della Polizia Postale di Francia, Spagna, Bulgaria, è che dietro le tv pirata c’è un’infrastruttura notevole.”
Gli utenti
Tv pirata: come vengono gestiti i soldi ricavati? “Sono proventi che confluiscono verso organizzazioni criminali e vengono reinvestiti. Parliamo di un danno di circa 800 milioni di euro, non briciole, quei proventi vengono reinvestiti in attività criminali – ha osservato Ivano Gabrielli – la volontà della Procura di Roma, che ci ha coordinato in questa indagine, è stata efficace tanto da averci permesso di trovare un’infrastruttura altamente tecnologica che gestiva un flusso importante anche all’estero.”
Chi sono?
Riuscire a gestire un simile sistema, in questo modo, con certi risultati economici significa molto. “Parliamo di veri e propri imprenditori del crimine: hanno sfruttato tecnologie all’avanguardia; permesso la commutazione del segnale, da satellitare a streming; trasformato il segnale, tramite un’operazione di marketing – ha aggiunto Gabrielli – stiamo parlando di imprenditori del crimine di spessore.”
I rischi
Non tutti possono farla franca però, anzi. “Il rischio contravvenzione per i fruitori c’è – si è congedato così Ivano Gabrielli, della Polizia Postale – alla fine delle attività vedremo qual è la direttrice lungo la quale vorrà indirizzarci la Procura di Roma, in modo da mettere fine, definitivamente, ad una piaga e un inganno economico di notevole portata.”