La Teoria dei Paesi Vuoti è un libro di Mauro Daltin edito da Ediciclo. Un racconto che vuole accompagnare il lettore alla scoperta dei tantissimi borghi abbandonati in giro per l’Italia, dai più curiosi a quelli più suggestivi. Sono fotografie di paesi sospesi in un altro tempo, buchi neri sulle mappe dove molto spesso è la natura a custodire il ricordo della vita.
La Teoria dei Paesi vuoti
“Sono appassionato di borghi abbandonati, sono attratto da questi paesi abbandonati per molti motivi, raggiungibili sia con la macchina sia attraverso una bella camminata nel bosco. In Italia abbiamo seimila paesi vuoti, lasciati a se stessi e pieni di case abbandonate che in passato sono state abitate: è pur vero che molti sono ruderi ma molti sono interi paesi abitati anche da centinaia o migliaia di persone e che ora per vari motivi sono stati completamente abbandonati. Questo è un fenomeno mondiale, basti pensare che in America ce ne sono quindicimila di posti così e tutto ciò ha a che fare anche con una riflessione sul paesaggio con le dovute differenze che ciò comporta: ci sono tante città legate al lavoro, città minerarie mentre qui in Italia le cause legate all’abbandono sono più da attribuirsi a fenomeni naturali come alluvioni o terremoti ma anche a migrazione e svuotamento di queste vallate; andare nei luoghi abbandonati non è un’operazione nostalgica ma è il cercare di capire ciò che eravamo e anche quello che forse piano piano diventeremo.”
La riscoperta dei borghi abbandonati
“C’è una tendenza a ritornare nei posti antichi e provare a immaginarli in maniera diversa. In Spagna vengono venduti allo stesso prezzo di un modesto appartamento a Madrid per cui è più semplice diventare proprietari di un borgo e cercare di trasformarlo, di farlo diventare qualcosa di diverso… La cosa interessante è che è vero che qui in Italia ci sono tanti borghi abbandonati ma è anche vero che ci sono tanti luoghi abitati da una o due persone che hanno scelto di vivere in quel luogo appositamente o che sono originari del posto e quindi persone molto anziane.”