Elena Donazzan (Lega), assessore all’istruzione e al lavoro della Regione Veneto, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Le norme vanno rispettate, non ci può essere l’anarchia totale. Non puoi fare una questione di battaglia politica e non tenere conto che il tema della vaccinazione in una classe è una questione che riguarda tutti”. “Io censurata su Facebook solo per la foto di un convegno di CasaPound, non accetto questo potere di censura. Sono estremamente preoccupata, combatto da sempre il pensiero unico, da quando a scuola io che ero di destra ero una minoranza e per dire una cosa dovevo pensarci molto, perché altrimenti sarebbe stato molto facile farmi tacere. Ora non può essere facebook a tapparmi la bocca”

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“Settemila bambini non sono vaccinati e quindi potenzialmente non possono essere iscritti e accedere i servizi –ha affermato Donazzan-. Forzature non ce ne sono state, ci sono molti modi per poter comunicare e ottemperare alla norma senza arrivare ad eccessi plateali. Il Veneto è sempre stato molto ben disposto nei confronti delle vaccinazioni, abbiamo sempre fatto un’opera di informazioni attraverso i pediatri. Le norme vanno rispettate, non ci può essere l’anarchia totale. Mi sono trovata anche di fronte a delle furbizie, genitori che prenotavano la vaccinazione ma poi non le facevano per motivi di salute, hanno continuato a rimandare tante volte utilizzando questa furbata. Io sono d’accordo con le vaccinazioni. Il presidente Zaia è molto attento anche alla sensibilità di coloro che non volevano vaccinare. Abbiamo cercato di fare in modo che si trovasse un equilibrio. Ma quando c’è una norma, l’obiezione di coscienza deve essere molto rimessa in equilibrio rispetto alle problematiche che possono accadere. Non puoi fare una questione di battaglia politica e non tenere conto che il tema della vaccinazione in una classe è una questione che riguarda tutti”.

A Donazzan è stato rimosso un post su Facebook relativo alla sua partecipazione a un convegno di CasaPound

 “Ho fatto una cosa gravissima, ho partecipato a un convegno aperto al pubblico, però gli organizzatori erano terribili mostri di CasaPound –ha ironizzato Donazzan-. Hanno rimosso l’immagine del tavolo dei relatori, con due tricolori dietro e la bandiera di CasaPound. Abbiamo parlato di sovranismo. Ma Facebook ha deciso che quell’immagine violava il regolamento perché esprimeva messaggi di violenza e odio. Nella nostra Costituzione si tutela la libertà d’espressione. Tra l’altro non ho avuto neanche la possibilità di un contraddittorio, mi è stato rimosso il post e stop. Nessuno tiene conto che oggi veicolare informazioni, l’agorà politico e dell’opinione pubblica si sviluppa sui social media e Facebook detiene il maggior numero di utenti, ma a questo punto detiene anche il potere di censura e questo non lo accetto. Essendo stata educata al rispetto dell’altrui pensiero, questa è una massima violazione. Sono estremamente preoccupata, combatto da sempre il pensiero unico, da quando a scuola io che ero di destra ero una minoranza e per dire una cosa dovevo pensarci molto, perché altrimenti sarebbe stato molto facile farmi tacere. Ora non può essere facebook a tapparmi la bocca.