Massimiliano Smeriglio, europarlamentare del PD, già vicepresidente della Regione Lazio, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Contento di aver contribuito al disgelo col M5S nell’esperienza in Regione Lazio. Giusto aprire un dialogo col M5S a partire dalle regioni che andranno al voto adesso. In Umbria si vota il 27 ottobre, se c’è la volontà di bloccare Salvini anche lì bisogna fare in fretta e sciogliere questo nodo. Se il primo, il secondo e il terzo test elettorale dovessero essere tutti appannaggio del centrodestra, per Di Maio e per chi sta al governo non sarebbe un bel segnale perché significherebbe che l’operazione fatta nel palazzo non corrisponderebbe al consenso nel Paese. Dall’incontro col M5S, molto faticoso, si può tirare fuori il meglio sia nel campo del centrosinistra che nel campo del M5S. A Roma però sono contrario a qualsiasi ipotesi di ragionare su un Raggi bis, dobbiamo organizzare una nostra proposta e provare a vincere. Attacchi di Di Battista? Avevo capito che era la spina nel fianco sinistro del M5S, poi questa estate è diventato l’estrema destra. Mi pare che abbia giocato male tutte le sue carte. Sembra un po’ in difficoltà, per questo gli capita di dire cose sconclusionate”

Sull’alleanza di governo PD-M5S

“C’era un’emergenza, almeno dal nostro punto di vista, cioè un pessimo governo in cui Salvini la faceva da padrone e dire, come continuavano a dire fino a qualche mese fa alcuni esponenti del PD, che sono tutti uguali, era un errore madornale –ha affermato Smeriglio-. Ce le siamo date di santa ragione col M5S, tuttavia bisogna guardare avanti ed era giusto dividere il M5S dall’impianto sovranista e razzista caratterizzato da Salvini. In Regione per un anno abbiamo collaborato con il M5S, ci siamo ritrovati su alcuni temi. Abbiamo votato il piano d’assetto dell’Appia antica con un’impronta ecologista molto forte anche grazie al M5S. Abbiamo approvato la nuova legge sul diritto allo studio anche grazie alla collaborazione del M5S. Stessa cosa per la legge sul caporalato. Il M5S non era e non è al governo della Regione Lazio, ma c’era un atteggiamento costruttivo e quindi nella produzione legislativa noi, che avevamo qualche difficoltà d’aula, abbiamo fatto di necessità virtù. Sono contento di aver contribuito sul piano teorico e fattuale di aver contributo a questo disgelo tra PD e M5S. Zingaretti fa il segretario quindi ha una responsabilità diversa dalla mia, deve tenere insieme una comunità complessa. Io svolgevo e svolto una funzione diversa, che è quella di aprire spazi”.

Sulla proposta di Franceschini di alleanza Pd-M5S alle regionali

 “Giusto aprire un dialogo col M5S a partire dalle regioni che andranno al voto adesso. Contestualmente dico che non voglio somigliare al trasformismo di alcuni esponenti del PD, che fino a qualche mese fa ne dicevano peste e corna e ora sembra li considerino dei perfetti democratici. Sono convinto che nell’incontro, anche molto faticoso perché ci vuole pazienza, tra PD e M5S, si possa tirare fuori il meglio sia nel campo del centrosinistra che nel campo del M5S. In Umbria si vota il 27 ottobre, se c’è la volontà di bloccare Salvini anche lì bisogna fare in fretta e sciogliere questo nodo. Nelle regionali vince chi prende un voto in più. Se il primo, il secondo e il terzo test elettorale dovessero essere tutti appannaggio del centrodestra, anche per Di Maio e per chi sta al governo non sarebbe un bel segnale perché significherebbe che l’operazione fatta nel palazzo non corrisponderebbe al consenso nel Paese. Salvini lo cavalcherebbe alla grande. Detto questo, la sindaca Raggi e la sua giunta hanno fatto scelte che non condividiamo. Io sono contrario a qualsiasi ipotesi di ragionare su un Raggi bis. Noi dobbiamo continuare a fare opposizione dura perché è sbagliato il modo in cui hanno lavorato. E dobbiamo lavorare a mettere in campo una nostra ipotesi di governo della città per provare a vincere”.

Sulle parole di Di Battista contro il PD e il Deep state

 “Di Battista ha fatto un testa-coda clamoroso. Avevo capito che era la spina nel fianco sinistro del M5S, poi questa estate è diventato l’estrema destra. Era la promessa, il messia che doveva salvare il Movimento. Mi pare che abbia giocato male tutte le sue carte. Sembra un po’ in difficoltà, per questo gli capita di dire cose sconclusionate”.