Fioramonti e la sfida della scuola: “Più soldi, innovazione e riduzione del precariato”. L’educazione civica sarà introdotta dal 2020/2021

Una scuola per due sfide: arginare un’emorragia da oltre un milione di studenti, questa la previsione nefasta da qui ai prossimi dieci anni, e rimpiazzare circa la metà degli attuali docenti, destinati alla pensione. Ad allertare il nostro sistema di istruzione sono i dati contenuti all’interno del Rapporto Ocse “Education at a glance 2019”: lo studio sottolinea che l’Italia ha la quota maggiore di docenti ultra 50enni (59%) e che dovrà sostituirne circa la metà entro i prossimi dieci anni. Inoltre la nostra scuola ha la quota più bassa di insegnanti di età tra i 25 e i 34 anni nei Paesi dell’Ocse. Pochi giovani dunque in cattedra.

Il Rapporto prende in considerazione vari aspetti del mondo dell’istruzione, dalla scuola all’università. E l’Italia non ne esce benissimo a partire dalla spesa in istruzione, tra le più basse, e dalla quota di giovani Neet che cresce e che preoccupa. A poche ore dalla pubblicazione dei numeri del rapporto, sul suo profilo Fb, si è espresso in merito anche il neo Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti:

“Ho visto gli ultimi dati OCSE. Italia e Colombia hanno il numero più alto di Neet. Giovani che non lavorano e non studiano. Il report è una conferma di ciò che già sappiamo. Molti ragazzi abbandonano gli studi perché si rassegnano all’idea che studiare non serva a nulla. In realtà è esattamente l’opposto: studiare in modo innovativo, pratico e accattivante è il modo migliore per garantire maggiore benessere e integrazione sociale”.

“E per fare questo servono maggiori finanziamenti, ma anche una narrazione diversa di Paese. Che si liberi della logica del successo facile, della glorificazione dell’ignoranza e del “tronismo”, per recuperare quella dell’impegno e dell’emancipazione. La strategia di riduzione drastica del precariato ed il rafforzamento del diritto allo studio deve andare di pari passo con una più forte integrazione delle scuole (soprattutto quelle tecniche) e delle università con i propri territori e con le realtà produttive”.

Il Ministro ha sciolto anche le ultime riserve sull’introduzione dell’Educazione Civica già a partire da quest’anno scolastico:

“Abbiamo appreso del parere negativo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione relativo alla sperimentazione sull’insegnamento dell’Educazione civica. Sentirò a breve associazioni di dirigenti, docenti e studenti per discutere con loro della possibilità di avviare una seria programmazione a partire da gennaio 2020 (con tanto di fondi aggiuntivi in Legge di Bilancio), per fare quello che il precedente Ministro non aveva fatto, cioè preparare in modo efficace le scuole nell’ottica dell’introduzione dell’Educazione civica nel settembre 2020, come previsto dalla legge”.