Il vicepresidente della commissione Finanze Alberto Gusmeroli (Lega) è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sulla possibilità di una patrimoniale. “La patrimoniale ce l’hanno nella testa ma non la faranno perché sarebbe un suicidio –ha affermato Gusmeroli-. Se i 5 Stelle me l’hanno proposta? Si lavorava sempre su tavoli distinti, dopodichè si facevano le sintesi. Sapendo come la pensiamo noi, non è mai emersa l’ipotesi. Certo, tutta l’area del M5S attorno a Fico non si farebbe nessun problema a proporre la patrimoniale. Le anime dei 5 Stelle sono molto diverse. Nella mia commissione ho lavorato bene con i 5 Stelle, anche perché la materia non è ideologica. Fino a marzo-aprile abbiamo lavorato molto bene, poi è stato difficilissimo se non impossibile. Per andare avanti bisognava farne una questione di potere, non di ideali o di voglia di fare. Sarebbe stata una questione di potere per il potere e non per cambiare in meglio l’Italia. La suddivisione tra Lega e M5S sulla manovra di bilancio era enorme. Loro sull’Iva erano per un cambiamento delle aliquote, una ridistribuzione delle aliquote, noi siamo per la sterilizzazione totale. Per fare emergere il sommerso bisogna ridurre la tassazione. I 5 Stelle sono per ritoccare le aliquote, per sistemare le detrazioni, c’è molta confusione”.

Sulla crisi di governo. “La crisi è stata indotta –ha dichiarato Gusmeroli-. Conte è un po’ l’anima nera di tutto ciò. Mi sento di dare un consiglio ai 5 Stelle: attenzione a Conte perché ha già fatto fuori Di Maio e farà fuori tutti i 5 Stelle. Si è trovato a fare il Presidente del Consiglio e da subito ha cominciato a lavorare per sé. Basti guardare quello che diceva alla Merkel, anche al baratto con l’UE per evitare la procedura d’infrazione. Noi la procedura non la meritavamo perché i conti  erano in ordine, tant’è che non abbiamo dovuto fare una manovra correttiva, ma solo un assestamento di bilancio. Conte ha barattato la procedura d’infrazione, che non ci sarebbe stata in ogni caso, con la votazione per il candidato della Merkel. Loro volevano quel candidato per mantenere, pur in una fase in cui la Merkel va a togliersi di torno, quel tipo di approccio politico-economico. Questa è un’operazione politica di Conte, fatta ai danni della Lega, dell’Italia, perché la pagheremo forte. Si sta verificando quanto successo in Grecia. La prima fase del governo greco si è ribellata all’UE, dopodichè è arrivata la Troika e se adesso andate in Grecia trovate una povertà assoluta. Qui sta avvenendo la stessa cosa, nella prima fase del governo Lega-M5S abbiamo alzato la testa, dopo però ci è arrivato di tutto, lo spread è andato a 300, Conte ha fatto l’accordo con Merkel e Macron. Conte ha chiamato Macron che ha chiamato Trump per fargli fare l’endorsement a Conte, a Trump non gliene può fregare di meno di noi, ci vede come un puntino. Con questo approccio di Conte ci siamo legati mani e piedi all’Europa, siamo un’Italia a democrazia limitata”.