Grazia Di Michele è tornata alla musica con Sante Bambole Puttane e ha esordito col suo primo romanzo, Apollonia. Dagli stereotipi femminili alle protagoniste dei suoi nuovi lavori, alla presentazione del romanzo, domani ad Orbetello, questi i punti principali dell’intervista rilasciata a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus. “La donna continua ad essere considerata il sesso debole – ha osservato la cantautrice – continuano a manifestarsi forti pregiudizi nei confronti delle donne, basta collegarsi ad internet e scoprire che alcune di loro vengono considerate di proprietà di altri.”

L’artista di origini abruzzesi non è nuova a tematiche simili. Fin dai tempi de “Le ragazze di Gauguin (1986)” ricordiamo di aver sentito storie di donne, cos’è cambiato nel tempo? “E’ arrivato il divorzio – ha sottolineato Grazia Di Michele – le separazioni, ma nonostante tutto determinati stereotipi persistono, sono duri a morire: se dico avvocato mi viene in mente un uomo, se dico pilota penso ad un uomo, se dico badante penso ad una donna. L’accesso a determinate professioni e cariche istituzionali non è privo di pregiudizi.”

Sante bambole puttante

L’album raccoglie, e racconta, le storie di dieci donne a cui è negato il diritto di esistere davvero. Si tratta di adolescenti, bambine, persone di tutte le età. “Ho scritto molte di queste canzoni con mia sorella – ha spiegato Di Michele, invece a proposito del libro ha aggiunto – è pieno di spunti autobiografici, non parla di musica, non è un libro sul mio stile musicale, è nato spontaneamente durante le pause e i viaggi. Era come se stessi scrivendo un diario, poi è diventato un libro.”

Domani, 28 agosto, presenteranno Apollonia alle ore 19:00, ai Giardini Chiusi di Orbetello, nell’ambito della edizione zero dell’Orbetello Book Prize, seguirà un breve showcase musicale. “Non faccio mai scalette – si è congedata così l’artista – dipende da dove vanno le chiacchiere, ieri sono andata a cercarmi delle canzoni sulla terra.”