Carmelo Barbagallo, Segretario Generale della UIL: “La Cassa del Mezzogiorno era uno dei pochi strumenti sociali: hanno eliminato lo strumento, non la corruzione che ne è derivata. Le misure su lavoro ed economia? Crescita 0 quindi insufficienti. Con la Cassa del Mezzogiorno hanno eliminato lo strumento, non la corruzione. Che è persino aumentata…”
Barbagallo, quali conseguenze avrà, questa crisi, sui lavoratori? Quanto durerà? Siamo sempre in campagna elettorale? Conte ha parlato del suo, Salvini ha parlato del 2050…
“Ho l’impressione che non ne siamo mai usciti. Abbiamo bisogno, come sindacato, di governi politici e stabili per tutta la legislatura. Con questo governo avevamo preparato una piattaforma unitaria, UIL CISL e CGIL, con manifestazioni dal 9 febbraio al 22 di giugno, dove avevamo portato in piazza centinaia di migliaia di lavoratori, pensionati e giovani. E abbiamo presentato la nostra piattaforma su come pensiamo che l’Italia debba difendere economicamente e occupazionalmente in maniera di lasciare questa crisi più che decennale e confrontarci con un governo in carica”.
Fin qui quale dialogo c’era stato?
Barbagallo spiega i dettagli: “Abbiamo fatto degli incontri: uno con il Presidente del Consiglio e con il Ministro Di Maio, e altri due con il Ministro Salvini; non abbiamo avuto nessuna risposta. A quel punto abbiamo consultato i nostri dirigenti sindacali e i pensionati, e l’ultima volta abbiamo chiesto a loro qualche riga di proposta seria per come rilanciare l’economia di questo paese, e siamo ancora in attesa. Ora c’è una crisi. Ci auguriamo che diano un governo di legislatura. Questo, oramai, è un paese a crescita zero”.
Vorrebbe un governo senza passare per le urne?
Io non ho nessun problema. L’importante è che si faccia presto”.
Questa volta i sindacati uniti hanno fatto una nota insieme, preoccupati.
Abbiamo 150-160 crisi aziendali che interessano 200000 lavoratori!”.
A che punto eravamo. E cosa accade, in questo momento? Si parla di un periodo che può toccare i due mesi, per le consultazioni, o per le nuove elezioni.
“Se non si copre questo periodo con gli ammortizzatori sociali ci saranno problemi di tenuta sociale perché saremo costretti a portare in piazza i lavoratori”, dice, con forza, Barbagallo. Che specifica le questioni più delicate: “In momenti come questi, di crisi economica, non è certo la ricetta ideale. Ma senza risolvere questi problemi, senza dare risposte sull’ILVA, sul Mercatone Uno, dell’Alitalia, della Blue Tech di Termini Imerese, noi avremo tensioni sociali in tutti i settori produttivi. Che soffrono per una cosa molto significativa: in questo nostro paese il 75% delle imprese lavorano per il mercato interno”.
Quali, le misure? “A queste aziende possiamo ridurre tutte le tasse a zero, ma se non ci sono lavoratori, pensionati e giovani, che hanno la possibilità di avere un potere d’acquisto per comprare ciò che produciamo per noi stessi, quelle aziende chiuderanno lo stesso. Per questo assieme agli imprenditori abbiamo detto che bisogna questa volta togliere le tasse ai lavoratori e ai pensionati, che hanno il più alto costo medio come costo del lavoro e i i più bassi salari e le più basse pensioni”.
Barbagallo, lei parla dei lavoratori dipendenti, che non impongono il pericolo di evasione.
“Non sono dati che ci siamo inventati. 111 miliardi di evasione fiscale lo dice Confindustria, che ci sono 60 miliardi di corruzione lo dice la Corte dei Conti, e sono in aumento. Che ci sono 27 miliardi di usura e pizzo, lo dice ConfCommercio, che c’è il 30% di lavoro nero lo dice l’ISTAT. E allora piuttosto che proporre interventi legislativi per salari minimi irrecuperabili, che farebbero uscire le aziende dalle associazioni imprenditoriali, perché gli converrebbe dare meno di quanto oggi danno con il salario contrattuale, non si rendono conto che c’è un sistema contrattuale nazionale e di secondo livello per le aziende che vanno bene, e che portare il salario minimo per legge, è come dire “Perché non fate emergere il 30% di lavoro nero, per legge?”, visto che non si fanno controlli e che non si attacca l’evasione contributiva e fiscale”.
Secondo lei l’obiettivo per far ripartire l’economia, per dare una mano ai lavoratori, è stato sbagliato. Evasione fiscale e lavoro nero, andrebbero monitorati…
“Siccome ogni volta che parliamo di queste cose dicono che è una storia vecchia, sono anni che se ne parla; sì, ma nessuno ha iniziato a risolverla. Significa che siccome gli evasori, i corruttori e i corrotti votano, si è più interessati ai voti che non a risolvere i problemi del paese. Un paese che si sta sbriciolando, perché il 68% del territorio è affetto dai problemi sismici, e il problema più grosso è che gli eventi idrogeologici che derivano dal cambiamento del clima, mettono in ginocchio il paese. Si spendono più soldi per le emergenze che non per mettere in sicurezza il territorio. Poi bisogna riportare il Mezzogiorno ai livelli di quando si stava avvicinando al resto dell’Italia. Qualcuno mi ha detto: sei un nostalgico della Cassa per il Mezzogiorno”.
Barbagallo ha la memoria lunga: “Era negli Anni 60 e 70 l’unico strumento che ha avvicinato il Sud al Nord per renderlo competitivo complessivamente. Siccome lo strumento è diventato corruttivo, hanno eliminato lo strumento, non la corruzione, visti i livelli ai quali è arrivata. Vogliamo mettere mano ai problemi delle infrastrutture, reali, anche mediatiche”.
Tra tecnologia e scherzo Barbagallo la mette sull’ironia: “La banda larga per qualche politico –è la Banda della Magliana”.
Da oggi Internet è diventato un diritto fondamentale. Lei sta facendo un appello per fare una serie di interventi. Ma a chi, lo sta facendo?
“Principalmente io ho fiducia nel Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale chiedo di fare il più presto possibile perché i problemi del paese non possono aspettare: siamo fermi, siamo quasi in recessione, la Germania ha rallentato, entrerà pure lei in recessione. La locomotiva europea sarò ferma, e tutti piangeremo di queste conseguenze. Se non ci sbrighiamo, se tutti pensano ai problemi tattici, all’ingegneria politica per vedere di recuperare qualche deputato e senatore in più, non abbiamo colto l’esigenza che è ora di mettersi intorno a un tavolo e disegnare un paese nuovo, che possa riprendere economicamente dalle Alpi alle Piramidi; che ci permetta di risollevarci da una crisi che non è stata inventata dal sindacato. E’ stata procurata dalle scelte politiche di questi anni, e non ha affrontato le questioni principali.
Il discorso si sposta su un rilevante numero: “Abbiamo anche un problema demografico: in questi ultimi tre anni si sono persi 700000 cittadini, la differenza tra morti e nascite. Ho detto nell’incontro con Salvini che se vogliamo la ripresa economica, e noi la vogliamo; e siccome lui dice che vuole far riprendere la situazione economica, gli ho detto che deve prepararsi coi gommoni e deve andare a prendere gli immigrati, non i clandestini ma con gli accordi. Sennò le nostre aziende non potranno riprendersi economicamente”.
Salvini cosa le ha risposto? “Ha detto che Barbagallo vuole portare in Italia i clandestini; ho replicato ripensando a ciò che avevamo fatto anni fa, ai tempi in cui era Ministro Maroni, che ha stabilito accordi andando in Egitto per importare lavoratori edili e formarli. Poi c’è stata la crisi nel settore e abbiamo perso 700000 posti di lavoro nel settore edile. Dobbiamo ripartire dall’edilizia, dal proteggere le nostre aziende e i nostri lavoratori, da far aumentare la produttività ma col benessere lavorativo”.
Ci vuole un bel coraggio, a fare un figlio oggi…
Perché non c’è una politica che cerchi di aiutare le famiglie né le donne. Anzi Le donne vengono più bistrattate, e pagano il prezzo più alto quando c’è disoccupazione. Non c’è un paese che faccia viaggiare le merci, le persone, le idee. Cristo si era fermato a Eboli, l’Alta Velocità a Salerno. Vediamo come capire a far riprendere l’economia di questo paese”.
E’ finita, quindi, questa esperienza del governo gialloverde, del governo del cambiamento? Chi sederà, al Ministro dello Sviluppo Economico però vorremmo un suo giudizio sulle tre misure più importanti a livello di lavoro ed economia: Decreto Dignità, Reddito di Cittadinanza e Quota 100. Quali effetti hanno avuto?
“La risposta è: crescita 0 quindi insufficiente”.
Secondo lei come va a finire?
“Non voglio fare scommesse sugli interessi di un paese che ha bisogno di scelte, e rapide, per giunta”.