Tommaso Cerno (Partito Democratico): La TAV? Sembra una caserma di Polizia. Occorre scriverci “Cantiere”: vedrà la luce tra altri 30 anni!
“Se Renzi fa l’Iper Democrazia Cristiana, di sicuro non avrà il mio voto. Che non stia bene più nel PD si vede: e non sta più bene nel PD perché il partito è andato in mano a qualcun altro”
Intervista all’unico senatore del Partito Democratico che non ha votato contro la TAV, la linea ferroviaria Torino-Lione, Tommaso Cerno, collegato dalla Val di Susa.
“Sono stato appena all’ingresso del cantiere. Bisognerebbe scriverci “Cantiere” perché sembra l’ingresso di una caserma di Polizia, ci sono i militari, sembra la guerra, sembra di essere alla Striscia di Gaza. Adesso arrivano pure le moto d’acqua della Polizia”.
Bella, questa stoccata al Ministro dell’Interno!
“Dell’interno del suo partito, ormai”.
Pare che questo governo non ci sia più…
“Il Governo non c’è più nei fatti. La TAV ha fatto cadere tanti governi, e si è confermata una battaglia talmente vera la TAV, che ha fatto una cosa che neanche Di Maio ha immaginato, che ha creato una crisi vera. Nel senso che le urne…ci presenteremo per la terza volta senza tagliare i parlamentari: una grande bugia che si racconta al Paese, sulla quale tre indizi hanno fatto una prova. Non è riuscito il PD, non è riuscita la Lega, non sono riusciti i Cinque Stelle, allora vuol dire che non li vogliono tagliare. A me sembra brutta, come cosa, da raccontare in campagna elettorale. Di Maio si sta liberando della morsa della destra post-berlusconiana. Era anche un tema di Renzi poi il referendum lo bocciò perché quel percorso fu incidentato da una serie di cose. Siccome lunedì mattina si può votare perché non si vota”.
Questa situazione è un pretesto, la TAV. Lei ha fatto riferimento alla moto d’acqua della Polizia: sono tutti pretesti o Salvini si è visto accerchiato?
“Rimane accusato di corruzione anche nella prossima legislatura, anche in campagna elettorale non è che cambia. Diciamo che la Lega ha dei grossi problemi anche con i suoi governatori, in questo momento: col governatore della Lombardia, del Veneto. Salvini non può fare il governo a Cinque Stelle perché è un governo progressista, il governo della Lega è un esecutivo conservatore: quindi sono arrivati al dunque, c’è una Finanziaria da fare, i soldi sono pochissimi o si fa una cosa o si fa un’altra”.
Tommaso Cerno spiega il suo affondo nel dettaglio ricordando due cose. “Salvini non può presentarsi agli italiani cancellando tutto quello che la Lega aveva detto e quindi va a rompere. Adesso c’è il Presidente della Repubblica di cui in parecchi si sono dimenticati. E’ lui che nomina o ritira i ministri, gestisce le crisi, manda il Paese a votare. Poi c’è una maggioranza in Parlamento, che si è vista nella mozione-TAV, fatta da 4 partiti che si sono collocati a destra: Lega, PD, Forza Italia e Fratelli d’Italia. A sinistra ci sono i Cinque Stelle che sono…6. Vediamo cosa succede!”, dice il Senatore Cerno.
Ci potrebbe essere una maggioranza per un governo più che tecnico, balneare?
“Balneare no, perché presuppone un governo d’autunno che in questo momento non è immaginabile. Ma ci potrebbe essere una maggioranza sul taglio dei costi della politica, un fatto concreto. Oppure il Governo finisce così perché la Finanziaria la firma un professore di Economia qualunque, non che Conte fosse un docente qualunque ma al posto di un avvocato un commercialista”.
Viste le tante decisioni importanti da prendere, questa crisi è stata studiata a tavolino?
“Secondo me è un po’ sfuggita di mano a tutti e due a differenza di prima (Prima e Seconda Repubblica) erano crisi che potevi prevedere. Adesso c’è una componente emotiva che genera fatti che la politica non può prevedere. Secondo me Di Maio e Salvini non si aspettavano tutta questa situazione, perché la politica è diventata un’altra cosa la gente vuole concretezza”.
Sulla TAV le posizioni erano chiare a tutte. Il Movimento Cinque Stelle era sempre contraria; mentre la Lega diceva da settimane di essere a favore…
“Intanto smettiamola di chiamarla TAV, è un treno a bassa velocità. Noi stiamo parlando di 9 miliardi di € per un treno che fa i 120 km orari cioè quelli che si fanno sul Raccordo a Roma, in media, ma non costa tutta quella cifra. Sono venuto in Val di Susa e ci sono gli elementi per fare una mostra, con le felpe anti-Tav di Salvini. Ha costruito il voto di protesta ed è sempre stato NO-TAV fino a ieri e ora sconfessa tutto”.
Poi Cerno parla del “suo” partito: “Sul PD non mi esprimo perché mandare al macero 30 anni al macero di resistenza democratica contro un’opera vecchia, progettata da Andreotti che vedrà la luce tra altri 30 anni: siamo alla follia! Di Maio poteva essere tranquillamente convinto che ciò che era scritto sulle felpe fosse vero. Salvini era convinto che Berlusconi si fosse eclissato, dalla politica, e che quindi possa fare il capo della Destra senza avere questo vecchio fardello a fianco”.
Invece la sua posizione, su ciò che hanno detto i renziani sull’appello di Zingaretti?
“Infatti ho parlato di un piano del Movimento 6 stelle”.
Perché, lei vuol passare coi 5 Stelle, Senatore?
“No, io sono il Movimento a 6 Stelle, la mutazione genetica che c’è a Sinistra. Il Movimento 5 Stelle ha capito che di fronte al Governo deve fare chiarezza su alcuni punti. Questo fa sì che non esista più il movimento di ieri ma quello di domani; e il PD non è più quello di ieri ma quello di domani. Zingaretti mi deve spiegare come si fa a invitare Greta (Thunberg, n.d.r.) e poi a votare per l’Alta Velocità. Si decidano: o Greta o l’Alta Velocità”.
Lei resta nel PD visto che Renzi le ha appuntato la spilletta dei 5 Stelle?
“Renzi si è subito pentito, di averlo fatto. Ora il PD è andato nel Gruppo Misto, perché mi pare che abbiano idee miste. IL PD è uscito da me e vediamo cosa succede”.
Lei nella sua istanza di voto ha parlato di un partito non unito, fatto di correnti. Si è rivolto a Matteo Renzi dicendo che foste in tempo a non votare, la TAV…
“Renzi era un altro NO-TAV, una volta!”
Poi in parecchi hanno cambiato opinione
“Perché gli interessi del PD di Torino, che ha perso la faccia se votavamo per il NO; abbiamo già perso le elezioni in Comune, in Regione, se avessimo perso la faccia, era meglio! E’ la politica del palazzo che ti porta a votare in un certo modo, a sconfessare le ragioni per cui tu ci sei arrivato. E’ un meccanismo che è successo anche a Di Maio”.
Ha parlato con Matteo Renzi?
“Siamo stati a pranzo”.
Che vi siete detti?
“Ci siamo detti che con lealtà reciproca, possiamo prendere due strade opposte. Lui va a destra io vado a sinistra”.
Vi dividete, quindi…
“Se lui se ne va dalla Sinistra per fare un partito moderato, come ho letto ieri, un estremismo moderato, l’Iper Democrazia Cristiana, di sicuro non avrà il mio voto. Non credo che faccia scissioni. Che non stia bene più nel PD si vede: e non sta più bene nel PD perché il partito è andato in mano a qualcun altro”.
Veramente si aprirà il partito a Ferragosto?
“Si è lavorato talmente poco che aprirlo a Ferragosto è il minimo sindacale. Ieri facevano tutti i brindisi augurandosi buone vacanze e ho ricordato che ci sarebbe una crisi politica. Forse l’On. Casellati intendeva sede vacante non buone vacanze!”.
Ieri Zingaretti, alla Festa dell’Unità, ha chiesto proprio l’unità del Partito Democratico: ha chiesto aiuto anche a Renzi, per provare a vincere.
“Diciamo che il P.D. sta dimostrando l’unità quando c’era Berlusconi come nemico. Adesso che i nemici sono due, la Lega e i 5 Stelle, si è disciolto”.
Però punta a diventare il primo partito d’opposizione.
“E’ un bel risultato, per un partito che nasce per essere un partito di governo essere il primo dell’opposizione”, dice scherzando, e spiega: “E’ come se io vado a fare il campionato e dico tanto ha già vinto la Juventus quindi tanto vale arrivare secondo e lo scudetto lo vince il secondo”.
E’ un po’ un ritorno al passato? “Al tra-passato!”.
Senatore Cerno, le va stretto, il P.D., in questo momento? “Non so dove sia andato. Nel senso che io ero a Sinistra a un certo punto non li ho visti più perché io non mica ho capito, e adesso devo andare a vedere dove sono”.
Quali sono le sue intenzioni? “Stare a sinistra e fondare un grande movimento di Stati Generali dell’Ambiente, serio, che getti il futuro non con il cemento e il ferro ma che progetti con il digitale, l’intelligenza, che parli della redistribuzione del reddito”.
Quindi non più nel Partito Democratico, Senatore?
“Il P.D. è benvenuto se sta in questo luogo della Sinistra ma non posso inseguirlo da Berlusconi, che ho combattuto tutta la vita, gli ho fatto la guerra”.
Ma Zingaretti non vuole aggregare?
“Sì ma non a parole, lo deve fare coi fatti. Consentendo di votare per la TAV con Forza Italia e la Lega ha rotto i ponti che stavamo facendo per una Sinistra moderna. Cominciava a funzionare. Al primo treno che passa vanno a destra, non ci crede più nessuno, soprattutto i giovani. Che sono stufi, di queste pantomime”.