Rossi (AssoPorti): “Il bidone del mare? Un brevetto australiano”
Parla il presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna: sono tornati addirittura i fenicotteri rosa, in una zona di grande impegno industriale
Daniele Rossi, Presidente dell’AssoPorti, l’Autorità di Sistema Portuale, è intervenuto nella trasmissione di Radio Cusano Campus “Overbooking”, condotta da Misa Urbano e Camilla Vitanza.
Il dirigente ha detto la sua opinione sulle diverse iniziative, in corso d’opera e di prospettiva, organizzate per la tutela dell’ambiente marino.
Da Ravenna è arrivata la notizia per la svolta green del porto, con un contenitore mangiaplastica e un’opera di bonifica. E il ritorno dei fenicotteri rosa. Cosa è successo a Ravenna? Impiegate una sorta di aspirapolvere marino.
“Le iniziative sono più di una e durano qualche anno. Il bidone che pulisce il mare è l’ultimo arrivato ma la novità più curiosa è un brevetto australiano che è stato portato a Ravenna grazie al Circolo Velico Ravennate, ed è una pompa che convoglia l’acqua in un bidone con un filtro che trattiene i rifiuti”.
I dettagli sono incoraggianti…
“Sì perché vengono raccolti e poi smaltiti. Serve soprattutto per la plastica, la microplastica e le microfibre presenti nel mare. Questo apparecchio ha la caratteristica che galleggia quindi resta più o meno all’altezza del livello dell’acqua. Raccoglie due chili di detriti al giorno e lavora 24 ore. E raccoglie 500 kg. all’anno”.
Non è la sola iniziativa: parliamo del ritorno dei fenicotteri…
Rossi dice: “Il lavoro non è ancora completato: è la riqualificazione di un’area marina, importante, direi, sita dentro al sistema portuale di Ravenna”.
Il presidente dell’AssoPorti va nel dettaglio: “Abbiamo speso come Autorità Portuale oltre 30 milioni di €, e i risultati si cominciano a vedere perché abbiamo creato dei dispositivi per la ripopolazione della microvegetazione”.
Il dettaglio è incoraggiante.
“Tutto questo ricreando una zona naturalistica tipica di quella parte della costiera ravennate e che ha caratterizzato il paesaggio, l’ambiente, per tantissimi anni, fino a deteriorarsi per un lungo periodo. Con questi lavori l’area sta ritornando alla sua realtà storica”.
Al suo originario splendore.
“Sì, abbiamo trovato un modo intelligente e utile, per far convivere le attività portuali e la relativa zona considerato che il porto movimenta 30 tonnellate di merce, 3300 navi all’anno, e l’esistenza di una zona paesaggistica in questa realtà industriale così importante, non è stato facile”.
Cosa si sta facendo in termini ecologici di tutti i porti?
“C’è in tutti i porti l’ambito di un programma dei porti europei: hanno inaugurato un momento di apertura alla cittadinanza per mostrare qual è la realtà portuale per mostrare tutte quelle iniziative di recupero ambientale. La raccolta della plastica è il leit-motiv che ha caratterizzato tutte le iniziative di quest’anno e siamo tutti impegnati e determinati con le precise competenze che ci affiancano”.
Avete in cantiere un progetto di sviluppare il discorso sul recupero della plastica, magari tramite i droni che possano segnalare tutto a un robottino? C’è un’idea, in questo senso, a parte l’ecovalorizzatore?
“Devo ammettere che di questo robottino sento parlare per la prima volta ed è un’idea interessante e affascinante: mi preoccupo di parlarne coi miei colleghi delle autorità portuali perché se funziona con un impegno limitato di persone, è un altro grande passo avanti”.
Una bella lezione, importante, per la valorizzazione del Porto di Ravenna.