Fake news: dilagano in internet e ci allontanano dalla verità delle cose, “attualmente sono una moda – ha osservato Marino D’Amore, sociologo e criminologo, su Radio Cusano Campus, a Campus Estivo – sono sempre esistite, ma l’attuale visibilità è di gran lunga aumentata. La prima fake news risale al III sec. d. C. ed riguarda la donazione di Costantino. Si dice che l’imperatore Costantino, ammalato di lebbra, per intercessione di Papa Silvestro I, donò alla Chiesa un terzo dell’impero romano: è una bufala servita a giustificare per millecinquecento anni il potere dei Papi. A dimostrazione del fatto che le fake news sono funzionali al potere.”
La comunità di internet
Fake news: il digitale favorisce una maggiore circolazione di notizie in internet, “ha creato un’unica comunità, per questo il senso critico dev’essere stimolato – ha aggiunto D’Amore – soprattutto se si condividono dei contenuti senza conoscere il significato e la provenienza della fonte. Va verificata l’autorevolezza della fonte, vedere se è stata scritta e condivisa in altre testate giornalistiche. Una stessa notizia a seconda dei contesti può assumere diversi significati. Tutti possono dire tutto. Il giornalista dovrebbe avere il compito di confermare o smentire.”
Il delitto Cesaroni
Ad esempio, “quando fu riaperto il processo del delitto di Simonetta Cesaroni pubblicarono un articolo, su un famoso quotidiano, con all’interno la storia del delitto e le circostanze processuali e invece di postare la foto della vittima pubblicarono la foto dell’attrice della fiction, che interpretò il ruolo della vittima – ha sottolineato il prof. D’Amore – i giornalisti sono la voce delle classi dirigenti, la stampa viene definito quarto potere, ma i poteri non devono confondersi. Il vincitore del Festival di Sanremo, invece, è stato strumentalizzato da un certo tipo di politica per tornare sulla questione migratoria. Per la classe politica è importante gestire la paura, se riesce si garantisce degli anni al governo. Per il lettore è importante avvicinarsi alle notizie, invece, tutte, ma bisognerebbe farlo con un sano scetticismo.”