Emma D’Aquino, autrice del saggio “Ancora un giro di chiave. Nino Marano una vita fra le sbarre”, è una delle firme più popolari del giornalismo italiano ed è in finale al Premio Caccuri 2019, contest di saggistica.

Ne abbiamo parlato a Campus Estivo, su Radio Cusano Campus, dove abbiamo raccontato il libro della D’Aquino, il prestigioso premio e l’annosa situazione meridionale.

Nino Marano e la storia del sistema carcerario italiano

“E’ un orgoglio personale trovarsi con personaggi, che apprezzo e ammiro, come loro – ha osservato la D’Aquino in riferimento agli altri tre finalisti del Premio Caccuri 2019 – ho voluto raccontare una storia umana, quella di Nino Marano, catanese, entrato in carcere per piccoli furti e rimasto per quarantanove anni. Attraverso Nino Marano racconto la storia del sistema carcerario.” 

I quarantanove anni in cella, di Nino Marano, sono stati quelli più difficili. “Chi commetteva reati comuni doveva convivere con quelli che commettevano reati politici. La storia di Nino è paradossale, emblematica, violenta, drammatica, non è una storia come tutte – ha spiegato Emma D’Aquino – il carcere dovrebbe rieducare.”

Il carcere oggi…

Emma D’Aquino con “Ancora un giro di chiave. Nino Marano una vita fra le sbarre” ha voluto accendere i riflettori sui cambiamenti nel tempo e sui problemi attuali. “Oggi il carcere è cambiato, il livello di sicurezza dei detenuti è altissimo, ma siamo il Paese col più alto tasso di suicidi – ha sottolineato D’Aquino – sono stata a San Vittore, alcuni detenuti hanno raccontato di aver letto il mio libro e mi hanno fatto sapere che hanno conosciuto un carcere che non sapevano esistesse. A dimostrazione del fatto che sono stati fatti dei passi in avanti, ma c’è molto altro da fare: ridurre gli omicidi, ad esempio.”

Quanto allo spopolamento del Sud, “dovrebbero esserci politiche migliori, neutralizzare la pressione della criminalità organizzata – si è congedata così la giornalista del TG1 – la mafia di oggi non è più omicida, fa pressioni diverse, come sottrarre il lavoro a chi merita.”

Ascolta qui l’intervista integrale