“Matera Capitale Europea della Cultura, con quel numero fisso: 5!
Luca Corsolini, storica voce della Pallacanestro, parla di Letteratura Sportiva e di quanto organizzato fino al 20 dicembre nella città della Basilicata
Luca Corsolini, firma pregiata del racconto sportivo, è intervenuto a Radio Cusano Campus. Questa volta non per portare il grande contributo di sempre per vicende legate al Basket ma per rendere edotti gli ascoltatori dell’emittente marconiana dell’UniCusano degli eventi messi in piedi nella Capitale Europea della Cultura.
L’intervista – Fin qui per quelli che non hanno seguito la grande intraprendenza, cosa è accaduto, a Matera? E cosa accadrà?
“Matera è la prima capitale europea della Cultura che si è data un programma sportivo. Ci siamo focalizzati su un numero, che nello Sport è un riferimento: il 5, come i cerchi olimpici”.
Inizia il viaggio ed è di certo stimolante: “Il primo era dare una dignità a Matera nella cartina dello Sport. Il secondo è partire dalle ragazze vincenti, con le ragazze della Pallavolo Campionesse d’Europa, era già stata Capitale Europea della Cultura. Il terzo era proporre programmi interattivi tipo realizzare cinque percorsi da 2019 metri, avendo, da un “app”, tutte le informazioni sulle città che si attraversano. Abbiamo messo la cultura al centro del programma: abbiamo portato Fiona May a teatro per interpretare Maratona, Emilio Solfrizzi a interpretare Roger”.
La questione è sempre più intrigante: “Da ultimo volevamo lasciare una legacy culturale e questa è rappresentata dall’istituzione di una biblioteca che inaugureremo il 12 settembre; data non scelta a casa perché quel giorno si ricordano i quarant’anni dal Record del Mondo di Pietro Mennea sui 200 metri, e Pietro Mennea, in quanto atleta arrivato a quel livello, in quanto persona con 4 lauree (!), è secondo noi l’esempio perfetto di Cultura Sportiva”.
Soprattutto, Luca, perché quella gara, specifica, quel famoso 19”72 centesimi, arrivò non in una Olimpiade, non in un Campionato d’Europa o in un Mondiale ma…
“E’ accaduto in una Universiade, correttissimo, quello che tu intendi. Poi dopo, su questo, abbiamo costruito una simpatica follia: l’intento è quello di raccogliere almeno i 2019 libri che definiscano il perimetro iniziale della materia, poi in realtà ci siamo subito allargati per raccogliere le tesi di laurea, i progetti di ricerca, i libri di testo per i tecnici dei vari Sport coinvolgendo tutte le federazioni; quindi la Biblioteca della Cultura Sportiva diventerà un centro culturale a 720 gradi, neanche basterebbero i 360 gradi ce ne vorrebbero 720, a beneficio del territorio andando oltre la scadenza del 20 dicembre, quando Matera non sarà più Capitale Europea della Cultura. Ma cercando di realizzare qualcosa come lo Sport è sì, Cultura, ma cercando di realizzare oltre il risultato, il giudizio della VAR, un fuorigioco, una lite tra i tifosi”.
Quindi avete spostato la bussola perché Matera superi la barriera del tempo. La gente viene e verrà in quella splendida città della Basilicata anche dopo perché qui c’è gente che ha avuto il coraggio di guardare oltre, la sommità della montagna, della manifestazione annuale.
“Non so se possiamo ambire a questo riconoscimento del quale ti ringrazio. L’idea è quella di far presente a tutti che lo Sport è effettivamente Cultura. Può e deve essere Cultura, una Cultura Sportiva quindi diversa, da quella letteraria, cinematografica, però completare a tutte queste. E’ la prima volta, che viene fatta una cosa del genere. Abbiamo addirittura creato a supporto della Cultura Sportiva la Hall of Fame della Cultura Sportiva per premiare persone che hanno interpretato questo concetto e ne hanno divulgato i valori. Ad esempio siamo partiti volutamente il 22 di febbraio, perché è il decennale della morte di Cannavò pensando che lo storico direttore della Gazzetta dello Sport fosse stato uno dei primi interpreti della Cultura Sportiva”.
Luca Corsolini fa un parallelismo interessante tra Letteratura, Cinema e Sport: “L’altro giorno Sabatini, nuovo dirigente del Bologna Calcio, ha fatto una lettura pubblica dei testi di Pasolini. Ma perché dobbiamo scoprire solo e soltanto in questa occasione (i 110 anni del Bologna Calcio) che Pasolini scriveva di Calcio con la stessa maestria con cui descriveva la società? Perché il Calcio non si deve ricordare di avere ispirato una persona come Pasolini?”.
Manca un anello in questa triangolazione, la Scuola. Avete qualcosa in programma, visto che lo Sport dalle scuole sta progressivamente uscendo?
“Sono d’accordo con questa osservazione e sono ovviamente anche impegnato a fare qualcosa non di risolutivo perché non ne ho i titoli. Però da anni il 12 Settembre la Federazione Italiana di Atletica Leggera organizza il Mennea Day. Quest’anno avverrà a Matera e tutti i ragazzi parteciperanno a questa manifestazione e all’imbrunire, al tramonto, diventerà l’apertura della Biblioteca. E ci sarà anche per loro una corsa in centro città di 200 metri (la distanza del Record del Mondo ottenuto dal barlettano, n.d.r.), senza dover raggiungere nessun risultato, e per trovare dei libri”.
C’è dell’altro: “Abbiamo voluto anche una sezione del Nobel Graphic Nobel sportivo perché in occasione del 70° Anniversario della Tragedia di Superga, abbiamo preso due classi di una scuola media di Matera con ragazzi che non hanno mai conosciuto Valentino Mazzola o Bacigalupo e gli abbiamo fatto disegnare loro il Grande Torino, e hanno scoperto a loro modo una squadra di Calcio che non era solo una squadra di Calcio. E l’hanno disegnata”.
Siamo stati proprio il 3 e il 4 Maggio a trovare grandi colleghi quali Jacobelli, Viberti, il filosofo e allenatore di Pallavolo Berruto, credo che andrebbe d’ufficio inserito il Grande Torino nei libri e nei programmi sportivi…
“Quest’anno è un anno particolare, per lo Sport. Siccome mi stai facendo un assist ti svelo qual è il mio tentativo, per le grandi ricorrenze: il centenario della nascita di Fausto Coppi, il centenario della nascita di Gianni Brera, i 40 anni del primato di Pietro Mennea, i 150 anni della Federazione Italiana Ginnastica”.
Tanti argomenti, e tutti di chiaro interesse storico. Corsolini spiega: “Noi cercheremo, il 15 settembre, per il centenario della nascita di Coppi, di organizzare un dibattito, ci porremo una domanda che sembra retorica: perché l’UNESCO non può riconoscere la Cultura un bene immateriale, dell’umanità?”
La bussola si sposta anche su un altro grandissimo, dello Sport: “Perché il Brasile ha dichiarato Pelé tesoro nazionale, e noi non ci siamo fermati a sottolineare il fatto che il comune di Castellania abbia aggiunto il cognome di Coppi al suo nome, proprio per riconoscere la profonda identità che lo lega a quel campione? Magari è una discussione, per qualcuno, che è una perdita di tempo, una stupidata. Però è una prima goccia con cui fare conoscere a tutti una Cultura Sportiva. Perché la cultura sportiva non è la conoscenza dell’albo d’oro del campionato”.
Il buon Corsolini va in profondità: “E’ la conoscenza del paese in cui si vive. Coppi tutti sappiamo chi è, anche per contrasto, perché c’erano pure quelli che tifavano per Bartali. Ma Coppi è stato un ciclista, e noi siamo un paese in cui c’è il Giro d’Italia, in cui ci sono fior di aziende che lavorano nella bicicletta. Un paese che si sta inventando un turismo nuovo con la Bike, o E-Bike, e ci sono anche dei posti di lavoro, non siamo solo quelli della domenica, quelli di una gara. Siamo una cosa che vive 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana, 365 giorni all’anno”.
Il Triathlon, lo dicevamo proprio con una studentessa UniCusano che si è appena laureata ed è una maratoneta, e diceva che il Triathlon sta avendo un successo in tutte, le regioni italiane. Sarebbe, per chi non lo sa, Bike, Nuoto e Corsa.
“Anche perché il Triathlon è cercato dagli amministratori locali perché se uno fa fare una gara di Nuoto certifica che l’acqua è balneabile. E’ una vetrina turistica totale: che non ha i costi del Turismo ma ha i benefici dello Sport”.
Corsolini conclude: “Chiedo a voi, attraverso gli ascoltatori e gli autori e le persone comuni, di raccogliere i libri che volete rendere patrimonio comune della Biblioteca della Cultura Sportiva, perché questa ha un senso se sarà a beneficio di tutti”.
Il popolare telecronista di Pallacanestro spiega, nel dettaglio: “Adesso, dopo aver setacciato le case editrici, sono passato a livello individuale. Chi pensa di non avere più spazio in casa, perché la passione gli si è affievolita o dice che questi libri, che sono un atto d’amore, possano essere letti anche da altri. Raccogliamo tutti questi libri. Chi vuole farlo tramite voi, sappia che ci sarà una sezione dedicata alla vostra radio e a UniCusano come progetto, nel quale si dirà che certi libri sono stati raccolti grazie alla vostra visione”.
Ti lasciamo due prime indicazioni, entrambe legate al Ciclismo: Coppi, L’Ultimo Mistero, di Paolo Viberti, e Gimondi-Merckx, La Sfida, di Giorgio Martino.
“Perfetto. Li aspetto, con ansia”.
Una chiacchierata di profondo spessore culturale e sportivo. Non a caso con un grande, tra i cantori delle gesta sportive. E una grande, immensa città, nella storia del genere umano: Luca Corsolini-Matera.