Anna Rita Leonardi, dirigente del PD, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. Leonardi (PD): “Ho chiesto scusa a Jerry Calà per averlo definito cretino ma confermo il giudizio sull’attore. Ci siamo chiariti al telefono. Lui ha detto che non ce l’aveva con la politica, ma parlava dei registi di sinistra. Però mi hanno ricordato amici e colleghi che lui fu oggetto delle simpatie del ministro Di Maio quando disse che i soldi per le riforme potevano essere trovati se si chiedeva al governo precedente come avevano salvato le banche. Il problema delle sue simpatie politiche non mi tocca. Ad esempio a me piace Lino Banfi, che simpatizza per il M5S. Banfi per me non è un comico fallito. Quello che è strano è che personaggi che per un motivo o per un altro sono spariti dalla scena del mondo dello spettacolo, si accodino a una tendenza, dalla Cuccarini alla Pavone, di accusare la sinistra di chissà quali malefatte”
Sulla querelle con Jerry Calà (definito dalla Leonardi ‘cretino senza talento’) e Umberto Smaila
“Mi sono chiarita con Jerry Calà. Sono abituata ad assumermi la responsabilità di quello che faccio –ha affermato Leonardi-. Non rimangio quello che ho detto, tranne il ‘cretino’. Su quello gli ho chiesto scusa perché non è mia consuetudine fare offese personali. Il giudizio sull’attore è una mia opinione. Ci siamo chiariti al telefono. Lui ha detto che non ce l’aveva con la politica, ma parlava dei registi di sinistra. Però mi hanno ricordato amici e colleghi che lui fu oggetto delle simpatie del ministro Di Maio quando disse che i soldi per le riforme potevano essere trovati se si chiedeva al governo precedente come avevano salvato le banche. Il problema delle sue simpatie politiche non mi tocca. Ad esempio a me piace Lino Banfi, che simpatizza per il M5S. Banfi per me non è un comico fallito. Cultura di sinistra predominante nel cinema? Secondo me no. Che i governi influenzino in qualche modo l’opinione pubblica mi sembra una cosa abbastanza banale. Tant’è che mi sono accodata poco alla polemica che adesso in Rai stanno lavorando i salviniani, è una cosa che abbiamo già visto. Non c’è niente di strano. Quello che è strano è che personaggi che per un motivo o per un altro sono spariti dalla scena del mondo dello spettacolo, si accodino a una tendenza, dalla Cuccarini alla Pavone, di accusare la sinistra di chissà quali malefatte per quanto riguarda il mondo della comunicazione. La meritocrazia la fa il pubblico. Mio marito è un fan di Jerry Calà. L’attacco che ho fatto a Jerry Calà mi ha aperto un mondo di fan di Calà e parlando con mio marito di questa cosa lui mi ha detto: Jerry Calà rappresenta una parte di cultura popolare. In quel caso è il pubblico che l’ha premiato, non è sicuramente la carriera che si è interrotta per motivi vari alla fine degli anni ’90. Umberto Smaila? Lo ricordo ha fatto in ‘Colpo grosso’ che io non potevo vedere perché mio padre me lo vietava. Ho letto la sua intervista, lo ringrazio per avermi attaccato da Sharm El Sheik, io sto in Italia e qui abbiamo una visione diversa”.