Facebook: la multa di 5 miliardi di dollari servirà ad arginare il problema della privacy? L’impresa di Mark Zuckerberg non è l’unico colosso del web che detiene informazioni private, né l’unico modo per intrufolarsi nella vita degli internauti: chi e come risolvere il problema?
Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus, con Gerardo Soricelli, docente di Diritto Amministrativo II della Facoltà di Giurisprudenza, dell’Università Niccolò Cusano. “Le autorità dovranno adottare misure preventive ed evitare che venga violata la privacy degli utenti – ha osservato il prof. Soricelli – la multa, non risolve il problema, è un deterrente che deve indurre il destinatario ad evitare situazioni simili.”
Privacy: le criticità
“Il problema non è dare il consenso all’uso dei dati che vengono diffusi sui social network, quanto l’uso che ne fanno. L’utente finale non è a conoscenza dello scopo che l’impresa vuole ottenere, i nostri dati può essere che vengano usati per scopi illeciti – ha spiegato il professore di Diritto Amministrativo II, Gerardo Soricelli – i profili, i mi piace, partecipare agli eventi, dare consenso, ci mette in condizione di far sapere quali sono le nostre esigenze e preferenze: il problema è che coloro che manipolano possono usare i dati per altri scopi, a nostra insaputa. Le leggi non riescono a stare al passo coi tempi, come tutte le cose, se non si fa prevenzione è tutto inutile.”
Gli effetti
Facebook: se gli incassi annuali si aggirano intorno ai 60 miliardi, può una sanzione di appena 5 miliardi compromettere gli equilibri economici di un’impresa? “I colossi della rete non si spaventano per così poco, se non verranno prese misure precauzionali e non si avrà una misura preventiva di questi fenomeni – si è congedato il professore – la sanzione rimarrà l’unica punizione possibile, ma non la soluzione. La legge si adegui al più presto.”