Francesco Boccia, deputato del PD, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “L’autonomia secondo Fontana e Zaia serve a spaccare definitivamente il Paese. Il Paese è già stato spaccato in passato. Guardiamo Ferrovie, io ho pagato le tasse in questi 25 anni e con le mie tasse l’alta velocità è stata garantita al nord, che facciamo saliamo dal sud al nord con gli zainetti, smontiamo i binari dell’alta velocità e ce li portiamo al sud? Se guardiamo tutto il bilancio dello Stato si capisce che il sud è già stato abbandonato da decenni. Dobbiamo fissare, come dice la Costituzione, i livelli essenziali di prestazioni. Dobbiamo decidere cosa viene garantito a tutti gli italiani sui servizi pubblici e sui servizi alla persona. PD? Mozione di sfiducia è stata un errore, può solo ricompattare il governo. Zingaretti sta cercando di rimettere insieme i cocci, trovo stucchevoli le beghe interne, come quelle di Renzi che è andato in Silicon Valley, dove ci sono elusori ed evasori fiscali, anziché andare nei politecnici italiani”

Sul caso Autonomia

 “L’autonomia secondo Fontana e Zaia serve a spaccare definitivamente il Paese –ha affermato Boccia-. La loro idea è ‘lavoro-guadagno, pago-pretendo’, con questa impostazione non vanno da nessuna parte.  Il Paese è già stato spaccato in passato. Guardiamo Ferrovie, io ho pagato le tasse in questi 25 anni e con le mie tasse l’alta velocità è stata garantita al nord, che facciamo saliamo dal sud al nord con gli zainetti, smontiamo i binari dell’alta velocità e ce li portiamo al sud? Nella mia Puglia l’anno scorso la crescita è stata del 3%, non ha nulla da invidiare alle altre regioni e ha dimostrato che ci può essere un mezzogiorno diverso. Rispetto ai numeri, in Puglia 4,5 dipendenti comunali ogni 1000 abitanti, l’efficiente Lombardia 6,5 ogni 1000, che facciamo mandiamo un pullman in Lombardia e ci portiamo giù due dipendenti? Se guardiamo tutto il bilancio dello Stato si capisce che il sud è già stato abbandonato da decenni. Io ho fatto un’interpellanza parlamentare nella quale chiediamo al governo se siano veri o meno alcuni dati che riguardano la differenza che in questi anni non è stata erogata al mezzogiorno su investimenti pubblici e su alcuni servizi mirati. Negli ultimi 20 anni il mezzogiorno ha avuto 61 miliardi in meno. Se vogliamo parlare di autonomia facciamolo, recuperiamo quei 61 miliardi e poi sediamoci al tavolo con tutte le regioni. Dobbiamo fissare, come dice la Costituzione, i livelli essenziali di prestazioni. Dobbiamo decidere cosa viene garantito a tutti gli italiani sui servizi pubblici e sui servizi alla persona. La storia che le siringhe costano meno al nord e più al sud è una bufala, una cosa ridicola. Certo, poi ci sono luoghi dove sono stati fatti disastri, ma questo non significa nulla. Questa ricostruzione grottesca che al nord c’è l’efficienza e al sud no la rifiuto totalmente”.

Sul PD

 “Penso che Zingaretti abbia avuto sulle proprie spalle un onere non semplice, quello di mettere insieme i cocci di un partito che è stato giudicato dagli elettori –ha dichiarato Boccia-. Per questo trovo stucchevoli le beghe interne, come quelle di Renzi che è andato in Silicon Valley, dove ci sono elusori ed evasori fiscali, anziché andare nei politecnici italiani. Zingaretti si è insediato il 17 marzo, ha riportato il partito al 23%. Abbiamo anche il presidente del Parlamento europeo del PD. Zingaretti ha uno stile che è quello di costruire e non distruggere, mettere insieme e non separare o scindere. Si stanno sciogliendo i dubbi e i nodi sui singoli dossier. Dopo la Costituente delle idee sarà chiaro a tutti l’impianto che il PD presenta alla società italiana”.

Sulla mozione di sfiducia

 “E’ stato un errore presentare la mozione di sfiducia in quel modo –ha affermato Boccia-. Quando cade un governo lo decidono i componenti del governo. E’ evidente che quella mozione in quel momento non può far altro che ricompattare la maggioranza. Era più giusto ascoltare il premier riferire in Senato e poi decidere”: