Scuola, il calo demografico fa paura e desertifica le aule. Negli ultimi 3 anni un decremento costante: persi 188.583 alunni nei quattro anni scolastici a partire dal 2015/16, con un calo del 2,4%.
Uno studioso di Scienze sociali in Italia non ha vita facile, soprattutto se cerca di capire come mai le coppie italiane facciano così pochi figli. I dati alla mano parlano chiaro e sono allarmanti e inattaccabili: nel giro degli ultimi 10 anni le nascite sono calate di 127mila unità, con il seguente decremento. Nel 2008 sono nati oltre 576mila bambini, mentre nel 2018 sono passati a 449mila a fronte di 636mila decessi.
“Il desiderio di maternità e di paternità non è diminuito, ma oggi ci si accontenta di avere uno, massimo due figli”, spiega Antonio Golini, professore di Demografia delle Università La Sapienza e Luiss, nonché’ autore, insieme al giornalista Marco Valerio Lo prete, del libro ‘Italiani poca gente. Il Paese ai tempi del malessere demografico’. “Per mantenersi stabile la popolazione ha bisogno di due figli in media per coppia, affinché’ i due figli sostituiscano i genitori nel ciclo delle generazioni successive. Per avere in media due figli per coppia occorrerà che un certo numero di donne e coppie abbiano almeno 4 figli per compensare coloro che non ne avranno, e che un certo numero di coppie ne abbia 3 per compensare quanti ne avranno uno solo. Oggi avere 3 o 4 figli è un’impresa non solo economica- ammette il professore- ma anche psicologica e questo produrrà una riduzione progressiva del numero di nati via via che ci si accontenta di avere uno o massimo due figli”.
Non solo un Paese bloccato nella crescita, con un Pil in caduta libera. Ma anche a forte denatalità. E se i numeri attuali venissero calati all’interno del mondo scuola, lo scenario andrebbe ad assumere contorni inquietanti. Dal 2015 sono stati persi 188 mila alunni e il motivo principale è che il calo demografico desertifica le aule. Ora, però, si teme anche per l’assetto generale della scuola, a partire dagli insegnanti, che potrebbero diminuire in proporzione e per i quali si chiedono garanzie al governo.
Le tabelle sulle iscrizioni a scuola parlano chiaro: “Al prossimo anno si sono iscritti 69.256 studentesse e studenti in meno, un calo dello 0,9% che assume dimensioni diverse se si considera l’andamento degli ultimi tre anni, in diminuzione costante e crescente. Oltre 45mila in meno nel 2016/17 rispetto all’anno precedente. Altri 67.754 in meno nell’anno successivo e 75.215 quest’anno scolastico rispetto al precedente. In totale si sono persi 188.583 alunne e alunni nei quattro anni scolastici a partire dal 2015/16, con un calo del 2,4%”.
Una decrescita preoccupante, che però il ministro Bussetti sembra minimizzare in quanto “è il frutto del normale andamento demografico che risente dei periodi di crisi economica e poi si riflette sulla popolazione scolastica. Alla luce di questo, stiamo valutando di aprire un dialogo per rivedere i parametri sulle autonomie scolastiche in maniera più tarata sul territorio”.