Pesce: sono finite le scorte provenienti dall’Europa, lo ricorda il Wwf, in una nota, identificando il 9 luglio come “Fish Dependence Day”, e pensare che siamo soltanto all’inizio del periodo estivo: come rimediare al problema?
Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus, con Valentina Tepedino direttore di Eurofishmarket, azienda leader sul mercato italiano per la consulenza, ricerca, formazione ed informazione specializzata nel settore ittico. “Cresce di anno in anno la richiesta di pesce da parte dei consumatori italiani – ha osservato Tepedino – anche dietro suggerimento dei nutrizionisti. Il pesce fa bene, ma scegliamo sempre le stesse tipologie. Ci sarebbe un’ingente quantità di prodotti nostrani, ma le persone vogliono comprare sempre le stesse specie, si insiste su alcune specie ittiche anche a livello nazionale.”
Produttori e consumatori
Pesce: non tutti espongono le informazioni che servono, per questo è necessario “comprare direttamente dal produttore, con al massimo un intermediario o due per accorciare la filiera, o preferire chi espone in etichetta informazioni sul pescato – ha aggiunto Valentina Tepedino – il consumatore subisce l’offerta e non la determina, mentre il pescivendolo propone prodotti che la popolazione non conosce.”
Gli sprechi
Sono risaputi i problemi circa gli sprechi alimentari, “in Italia gran parte del pesce prodotto viene buttato. Un’organizzazione, per arginare il problema, propone pescato su richiesta – si è congedata così il direttore Tepedino – parliamo di un prodotto alimentare che non ha tantissimi giorni di vita commerciale, è necessario gestirlo al meglio. Anche nei ristoranti di mare sarebbe opportuno, ad esempio, proporre nei menù una referenza del territorio del pesce proposto. I fasolari sono una delle tante novità ittiche in circolazione: somigliano alle vongole, ma bisogna saperli gestire in cucina, se li fai cuocere troppo diventano duri, costano più o meno quanto le vongole veraci. Qualcosa di più per assurdo.”