Erasmo Palazzotto, deputato di LeU e capomissione di Mediterranea, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Stiamo finanziando la guardia costiera libica per catturare le persone in mare e riportarle in campi di concentramento di un Paese in guerra. E’ come se durante la 2° Guerra mondiale, gli ebrei che scappavano dalla Germania fossero stati presi e riportati in Germania. Se non si vogliono le navi delle ong in mare l’unica cosa che bisogna fare è aprire i corridoi umanitari e fare in modo che le persone possano scappare da quell’inferno”

Palazzotto è indagato per la vicenda della nave Alex

 “Sono stato raggiunto ieri dall’avviso di garanzia insieme al comandante della Alex, con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per aver disobbedito all’ordine di una nave da guerra, la motovedetta della GDF –ha affermato Palazzotto-. La Alex è una barca a vela di 18 metri, noi eravamo in mare per fare un’operazione di monitoraggio e denuncia, non eravamo attrezzati per soccorrere, ma per chiamare i soccorsi nel caso di naufraghi. Noi viviamo nell’assurdo che stiamo finanziando la guardia costiera libica per catturare le persone in mare e riportarle in campi di concentramento di un Paese in guerra, questo è contrario a tutte le convenzioni internazionali. E’ come se durante la 2° Guerra mondiale, gli ebrei che scappavano dalla Germania fossero stati presi e riportati in Germania. Io ho semplicemente quello che la legge e il codice della navigazione prevede, nel momento in cui soccorri qualcuno in mare ti rechi nel porto sicuro più vicino che in quel momento era Lampedusa. Nelle 48 ore in cui il governo italiano ha lasciato 54 persone in mezzo al mare senza acqua, senza viveri, per dimostrare che si faceva il pugno duro, a Lampedusa sono arrivati coi barchini più di 100 persone. Quindi non c’è il fattore delle ong, la gente scappa perché c’è la guerra. Se non si vogliono le navi delle ong in mare l’unica cosa che bisogna fare è aprire i corridoi umanitari e fare in modo che le persone possano scappare da quell’inferno. Dal punto di vista strettamente numerico non siamo davanti a nessuna emergenza. In questi anni sono arrivate 600mila persone in italia, la metà di queste sono andate via. Qualcuno mi vuole spiegare che un Paese di 66 milioni di abitanti non sia in grado di integrare 300mila persone? Il problema è che l’Italia finora non è stato in grado di governare il fenomeno”.