Baby gang: in italiano banda di giovani teppisti, si tratta semplicemente di giovani maleducati o di pseudo – delinquenti? Se ne raccontano tante, ogni giorno, da ogni parte d’Italia, a dimostrazione del pericolo sociale che i più giovani stanno diventando.
L’impressionante fruizione dei videogiochi
“Stanno succedendo cose strane, è venuta meno la scuola come cuscinetto sociale, ma anche la famiglia e gli oratori – ha osservato Francesco Rao, a Tutto in Famiglia su Radio Cusano Campus – l’ultima esperienza positiva italiana degli oratori afferisce a quella dei salesiani. Entrando nelle classi dei ragazzi, delle scuole elementari o medie, vengono fuori dati impressionanti sull’eccessiva fruizione di giochi violenti.”
“Baby gang: cosa sta accadendo? “Si sta affidando ad altri il compito di far crescere i ragazzi, la degenerazione dei fatti di violenza, che non sono nuovi, ne è la dimostrazione – ha spiegato il sociologo – quanto prima non potremo uscire di casa, non voglio esasperare la situazione, ma il tessuto sociale non può vivere bene, aumenterà la paura. Si pensi anche ai furti degli uffici postali. Bisognerebbe riaprire il discorso aumentando le ore di educazione civica a scuola, e favorire un ritorno alla famiglia, che deve occuparsi e preoccuparsi dei ragazzi.”
Soluzioni, pene possibili
L’assenza degli adulti pesa come un macigno in questa situazione, per questo è necessario ripartire dall’educazione civica è un modo per far “comprendere ciò che fanno – si è congedato così Rao – dobbiamo ripristinare un nuovo sistema di regole, i bambini a scuola danno del tu alla maestra, bisogna ripartire dalle piccole cose, ovviamente non da regole che possano far regredire la società al sistema arcaico. Bisogna pensare a delle pene per loro, come portare le borse della spesa all’anziana a cui hai fatto male, debbono comprendere ciò che fanno. Non credo che siamo diventati più maleducati, ma semplicemente vittime dell’abitudine e della rassegnazione.”