‘RecyclesPay’ è l’originale programma a cui ha aderito una scuola di Lagos, in Nigeria. Si tratta di un programma che permette alle famiglie di pagare la retta dei figli in bottigliette di plastica.
Consegnando buste piene di plastica riciclabile, i genitori possono guadagnare 10 euro ogni 200 kg
La storia è stata raccontata negli ultimi giorni da ‘Pulse’ e da altri quotidiani nigeriani ed è finita poi in un servizio dell’emittente americana ‘Cnn’. Oriola Oluwaseyi, 32 anni, mamma di quattro figli, ha detto ai giornalisti che ogni giorno va nel quartiere commerciale di Ajegunle a caccia di bottiglie e bottigliette di plastica. Così Oluwaseyi sostiene l’istruzione della sua bambina di otto anni presso la Moritz International School. La retta annuale della scuola primaria è di 18mila naira. Si tratta dell’equivalente di circa 50 euro, una cifra che Oluwaseyi, una piccola commerciante, non riesce a guadagnare.
Ma grazie alla partnership con una ong impegnata per l’ambiente, l’Africa Cleanup Initiative (Aci), la scuola si sta trasformando in un collettore di plastica da riciclare. Il meccanismo è semplice: due volte al mese i genitori possono consegnare buste piene di plastica riciclabile. Ogni 200 chili si ottengono buoni di circa 10 euro. Poi l’Aci acquista la plastica dalla scuola, che ottiene così il denaro necessario a coprire le rette delle famiglie che aderiscono al programma.
Ogni giorno a Lagos vengono prodotte tra le 14 e le 15mila tonnellate di plastica secondo dati di WeCyclers, un’azienda che si occupa di riciclo. Pertanto, per i responsabili del progetto – che ad oggi coinvolge cinque scuole e circa mille studenti – si tratta di un ottimo modo per sostenere l’istruzione dei bambini appartenenti alle fasce meno abbienti della popolazione, strizzando al contempo l’occhio all’ambiente. “Quando l’anno scolastico stava per ricominciare avevo sempre il pensiero di come avrei fatto a pagare la retta” ha detto Oluwaseyi alla ‘Cnn’, concludendo: “Ora, grazie a questo programma, posso spendere il denaro che risparmio per altre cose”.
fonte DIRE