Università, Merafina: “Fioramonti una delusione, non è all’altezza”. Il professore aggiunge: “Non basta chiedere soldi, c’è bisogno di regole”.

Con sullo sfondo l’ennesimo scandalo universitario, cha parte da Catania e si propaga omogeneamente lungo tutto lo stivale, risulta doverosa una riflessione sullo stato di salute dell’università italiana, sul dove si trovi attualmente, in senso prioritaristico, all’interno dell’agenda politica del nostro Governo, e su dove voglia essere condotta.

Solo qualche settima fa circolava la bozza di una pseudo riforma universitaria che avrebbe dovuto attuare quell’autonomia così come era stata “postulata” all’interno della legge Gelmini. Tutto sembra essere naufragato a causa delle schermaglie tra il prof. Valditara, Capo Dipartimento Università, già relatore della suddetta legge Gelimini, e Daniele Livon, Direttore Generale del MIUR in uscita verso l’Anvur. Una serie di ipotesi che, se confermate, porterebbero dritti ad una sola drammatica conclusione: oltre a non possedere una visione a lungo termine, si continua ad operare principalmente per interessi prettamente personalistici.

Abbiamo chiesto l’opinione del prof. Marco Merafina, docente presso il Dipartimento di Fisica dell’Università La sapienza di Roma e membro fondatore del Coordinamento Nazionale dei Ricercatori Universitari (CNRU).

“Sullo scontro cui si fa riferimento è trapelato ben poco. C’è stato il documento con la riforma, redatto da Valdiatara e c’è stata l’opposizione di Livon. Io posso dire che si sono contrapposte due visioni di università che, per quel che mi riguarda, ho sempre tenacemente combattuto. Cerco di semplificare molto: quello del prof. Valditara è l’ennesimo tentativo di deregolare l’università per far sì che poi ognuna possa comportarsi un po’ come vuole. Ovvio che le università migliori e più finanziate hanno vita più facile nell’attuare una politica senza regole e senza garanzie, solo per realizzare obbiettivi personali. Il liberismo di Valditara lo paghiamo tutt’ora a causa della disastrosa legge Gelimini mentre la visione di Livon è più burocratica, più vicina agli ultimi governi del centro sinistra che si sono preoccupati di aumentare le risorse ma poi hanno dimenticato di regolamentare tutto il resto. Vede, non si tratta sempre e comunque di immettere risorse, bisogna capire come utilizzarle e a chi destinarle, sennò si fa la fine di Fioramonti che dice o mi date un miliardo per l’Università o mi dimetto, senza dire che se trovasse quel miliardo andrebbe a foraggiare quella lobby che ha portato l’università alla situazione attuale”.

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