Il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, ai microfoni di Un Giorno da Ascoltare per raccontare la sua iniziativa che sta facendo parecchio discutere: offrire un caffè ai cittadini che chiedono un incontro per esporre le problematiche della città.

Un caffè in cambio di uno sfogo

“In questi tre mesi estivi, ogni martedì e giovedì dalle 8 alle 9 del mattino, mi reco in un quartiere diverso della città e vado direttamente dai cittadini chiedendo loro di venire in Municipio nel mio ufficio, per espormi i problemi dei loro quartieri e capire così le esigenze degli abitanti di Asti e i loro disagi che altrimenti, se non mi recassi personalmente sul posto, non potrei comprendere a pieno.

La nostra non è una metropoli, è una città a misura d’uomo e un’iniziativa si può fare tranquillamente. Sto dalla mattina alla sera in mezzo alla gente, giro e verifico i fatti con i miei occhi, in questi due anni ho ricevuto circa duemila persone in Municipio che sono venute anche solo per sfogarsi sui propri affari personali: una volta una signora mi confidò che aveva sorpreso suo marito a tradirla e si voleva semplicemente sfogare con me, a volte servo anche da psicologo!

Molto spesso, girando per la mia città, incontro persone che mi dicono che il Municipio è troppo distante da raggiungere, così ho ideato questa iniziativa di stabilire dei giorni prefissati, atti ad incontrare la mia popolazione che, in tal modo, può sfogarsi su tutto ciò che non va nella propria zona. A tutti loro faccio la promessa di sistemare nel più breve tempo possibile quello che non funziona e quando do la mia parola faccio di tutto per mantenerla. Per partecipare a questi caffè-assemblea basta recarsi al bar in cui vado e che stabilisco la sera prima scrivendolo sui social: la gente può venire al bar, offrirò loro la colazione e in più potranno espormi le proprie problematiche a cui do sempre una risposta a patto che siano cose realizzabili. Un signore pochi giorni fa mi ha chiesto se fosse possibile costruire un secondo piano nella sua abitazione la dove non c’erano i presupposti adatti per farlo e a cui ho dovuto dire di no, ovviamente.”