Prova costume: temuta come l’esame di Stato, è la prova di maturità a cui sottoponiamo il corpo tutti gli anni. La prova mare dice molto di noi, dei cambiamenti che abbiamo attraversato e dell’esigenza di piacere. “Le ragazze quando riescono a dimagrire, seguendo i modelli femminili mediatici, chiedono la chirurgia estetica per rimediare alla grave riduzione o svuotamento del seno che ne consegue oppure ricorrono ai filler per correggere un volto spigoloso ed emaciato.
E’ una perversa contraddizione quella delle giovani di oggi, da cui è necessario prendere le distanze – ha osservato la psicoterapeuta Alexia Di Filippo, a Tutto in Famiglia su Radio Cusano Campus – far bella figura con tutti e far conquiste é la ragione per cui desideriamo piacere.”

La paura del giudizio

Prova costume: mostrarsi ingrassati o particolarmente dimagriti, nel corpo, rappresenta un timore considerevole per chi, nella relazione con l’altro, teme i giudizi. “Questi generano una minaccia all’identità sociale. Nella società dell’apparire è innegabile il condizionamento, più o meno consapevole, dei valori o disvalori, della società – ha sottolineato la dottoressa Di Filippo – esibire, denudare, modificare attraverso la chirurgia estetica il corpo convince di ottenere consenso presso gli altri perché da questo purtroppo dipende oggi l’autostima.
Va detto però che tale consenso, del tutto illusorio e vano, finisce per essere ricercato a svantaggio delle nostre risorse e passioni, che vengono completamente dimenticate.”

Gli uomini sposano le donne in carne

Col tempo la smania di piacere agli altri si riduce, ma stare in forma rimane ugualmente una gratificante conquista personale. “Una recente ricerca dice che gli uomini che sposano le donne in carne sono più felici. Le donne in carne sono più comprensive, meno egoiste, hanno maggiore senso dello humour, fino a rendere la vita di coppia più distesa e gradevole – si è congedata così l’esperta – è un messaggio importante da dare. I modelli scheletrici che vengono proposti come canoni di bellezza sono pericolosi, soprattutto per i più fragili cioè i bambini e gli adolescenti. Non esiste la bellezza, esistono tanti tipi di bellezza, ciascuno dovrebbe valorizzare la propria nella sua unicità. Negli anni ’50 accanto alla bellezza raffinata quasi asessuata di Audrey Hepburn c’era quella esplosiva e parimenti apprezzata delle maggiorate come Sophia Loren e Gina Lollobrigida, ciò perché si valorizzava e gradiva la particolarità di ciascuna. Oggi osserviamo la pericolosa enfatizzazione di un solo tipo di bellezza, che è quella connotata da magrezza ai limiti dell’anoressia.”

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