Compiti per le vacanze: nessuno si sarà preoccupato di riaprire i libri, la scuola è finita da soli dieci giorni. Nel mare magnum degli esercizi da svolgere, libri da leggere, e materie da approfondire, c’è chi ha preferito scherzosamente consigliare di “riposarsi e pulire le spiagge”. Si tratta del professor Andrea Bortolotti, dirigente dell’Istituto Comprensivo Statale di Settimo Milanese, intervenuto a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus. “Il mio voleva essere un saluto affettuoso ai ragazzi delle scuole medie, che ho l’onore e l’onere di dirigere – ha spiegato Bortolotti – ogni anno scolastico è un vestito che si consuma, quando è troppo liso lo si dismette e si va avanti. Un essere umano le competenze le conquista appassionandosi a qualcosa. Se vogliamo che i ragazzi siano liberi bisogna che facciano esperienze vissute cose con la testa e col cuore.”
La crisi educativa
Compiti: sono davvero la risposta alla mancanza di conoscenza? Come si conquistano le competenze? “Siamo in un periodo di straordinaria e gravissima crisi educativa – ha sottolineato Andrea Bortolotti – ci sono ragazzi e ragazze di straordinaria capacità e fiducia. Bisogna dare occasioni concrete di impegno. Nessun ragazzo si metterà da solo a pulire la spiaggia, ma se ci saranno adulti che li inviteranno in tanti si renderanno operativi.”
Gli adulti, il buon esempio
Il cambiamento passa attraverso gli adulti e il famoso buon esempio, dunque. Niente cambierà senza questi due fattori. “Due banalità: la prima è che i buoni esempi sono insostituibili, la seconda è che la scuola fa molte cose preziose, ma non può fare tutto – si è congedato così il professor Bortolotti – c’è una responsabilità educativa del corpo sociale e della politica: quanti sono i luoghi in cui i ragazzi possono fare esperienze autonome, cioè esperienze dove si prova a fare delle cose o prendere delle decisioni?”