Povertà: 5 milioni di italiani si trovano in condizione di povertà assoluta, 9 milioni, invece, in situazione di povertà relativa. Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus, con Marino D’Amore, sociologo, criminologo e dottorando presso l’Università Niccolò Cusano.

Nord – Sud: il divario incolmabile

“Il Sud, sia culturalmente che socialmente, ha rappresentato una sorta di stato nello stato, per molto tempo. Non è razzismo regionale, ma sono i dati storici a restituirci un divario che esiste da sempre. Il tentativo di ovviare a certe situazioni ha aumentato la forbice, e la divisione, tra le varie zone d’Italia – ha osservato Marino D’Amore – l’Italia non è mai stata unita, da un punto di vista culturale. I dati parlano chiaro: non è possibile che nel 2019 ci siano famiglie che vivono sotto la soglia di povertà, è incomprensibile per un sistema come il nostro.”

Povertà: la situazione non è critica per tutti allo stesso modo. Una parte della popolazione mantiene una buona condizione economica, lasciando “indietro quella povera. Le istanze sociali non sono più quelle di quarant’anni fa – ha aggiunto il sociologo D’Amore – la condizione di decadenza in cui ci troviamo non è soltanto culturale, ma anche economica. Quando si vive in situazioni di benessere si sperpera, senza pensare alle generazioni future. Molti adulti, oggi, vivono grazie al sostentamento dei genitori.”

Soluzioni

Il problema della povertà non risparmia la fascia d’età che va dai 18 ai 50 anni. I più ritengono sia la politica l’unica via d’uscita. Il M5S, col reddito di cittadinanza, ha in parte contribuito al cambiamento offrendo, ad un terzo della popolazione, l’opportunità di sopravvivere. “Quello che manca è il desiderio di voler affrontare i problemi – si è congedato Marino D’Amore – è la rivoluzione culturale la via d’uscita. Dobbiamo pensare alle generazioni future, bisogna fare un distinguo tra povertà relativa e assoluta. Ci sono persone che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, e in un sistema come il nostro è impensabile.”

 

 

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