Fabrizio Maturani, in arte Martufello, è intervenuto nella trasmissione ‘Un giorno da ascoltare’ condotto da Arianna Caramanti e Camilla Vitanza su Radio Cusano Campus per parlare della sua carriera, in particolar modo degli anni del Bagaglino, il varietà televisivo che tra gli anni ’80-90 diventò celebre per aver lanciato comici e soubrette.

Il no ai reality

“Non è più possibile fare la televisione che facevamo una volta: i programmi di gossip e di cronaca nera hanno preso il sopravvento. Si va in televisione solo per partecipare ai reality, che sono delle grandissime cavolate. Mi hanno già chiamato per partecipare a L’Isola dei Famosi ma non ho mai accettato. Non ho bisogno di soldi e non voglio mettermi a nudo in un programma da cui possono emergere i miei momenti di rabbia. Le persone mi conoscono come Martufello del Bagaglino. Non voglio correre il rischio di cambiare la mia immagine.

I successi del Bagaglino

L’esperienza del Bagaglino risale agli anni ’90, in cui per 23 anni siamo andati in onda in diretta in prima serata. Abbiamo vinto cinque Telegatti, ma non ci hanno permesso di vincerne di più. Raggiungevamo picchi di share altissimi, con 4 milioni di telespettatori, ma non era abbastanza. Oggi le cose sono diverse: programmi che raggiungono i 4 milioni di telespettatori hanno un risvolto mediatico che dura per una settimana intera. La chiusura del programma fu decisa a Milano. Forse si pensava che il Bagaglino fosse ormai un programma datato.

Pamela Prati e Oreste Lionello

Sono affezionato a Pamela Prati, ma della situazione recente non so nulla. Era la stella del Bagaglino: è stata la più grande di tutte ed è la collega che ho amato di più. Ero molto legato anche a Valeria Marini. Avrei potuto avere un feeling con tutte, ma non ci sono “cascate”.  Non che ci abbia provato con nessuna di loro. In realtà non c’è mai stata occasione perché finite le prove, le ragazze andavamo via mentre io e Oreste Rionello rimanevamo in teatro.

Con Oreste ho lavorato 31 anni, e lui rimarrà il collega a cui sono più affezionato. L’ho sempre seguito, anche quando la scena richiedeva che io fossi posizionato davanti lui, io preferivo stare dieci centimetri dietro”.