Abbagnale, quel Remo tutto d’Oro!
Il Presidente della Federazione Italiana Canottaggio è intervenuto a Radio Cusano Campus: ha parlato
dei poli di allenamento, di strutture, scuola di dirigenti, e della sua stupenda Pompei
Giuseppe Abbagnale, leggenda vivente dello Sport d’Italia nel mondo, ha conquistato il titolo iridato 7 volte e 2 volte il primato olimpico. E’ da diverso tempo impegnato in qualità di dirigente e massima espressione istituzionale nella Federazione Italiana Canottaggio. Il pluridecorato dirigente campano è intervenuto nella trasmissione di Radio Cusano Campus “Sport Academy Week-end Estate”.
Quali sono i poli più conosciuti, visti i problemi di impiantistica sofferti dalle altre discipline?
“L’Italia è disseminata di società sportive di Canottaggio. Mancano solo in due regioni: la Val d’Aosta, l’altra è la Calabria, anche se sembra un non-senso, visto che è bagnata dal mare. Ha una unica società: speriamo di allargare la possibilità di questa regione. Si può praticare Canottaggio in tutta Italia, sia a livello olimpico che di Coastal (Rowing), il Canottaggio da Mare, con delle barche un po’ particolari che permettono anche di vogare anche in mare mosso in estrema tranquillità”.
Quali sono i traguardi prefissati dalla Federazione?
“Per noi è un anno estremamente importante. Perché il Mondiale di questo anno assegnerà gran parte dei pass per le prossime Olimpiadi. Sarà difficile, duro, estremamente partecipato. L’obiettivo è quello di cercare di qualificare il maggior numero di equipaggi per programmare la preparazione un po’ più consona per il prossimo anno”.
Se uno pensa alla Pallanuoto pensa ad Alessandro Campagna, nel Canottaggio ai Fratelli Abbagnale. Ma pensando a oggi e ai prossimi quindici anni c’è anche una scuola di dirigenti, nel suo settore?
“Diciamo che questa è un po’ una pecca dello Sport italiano, perché molto è demandato al volontariato, persone che dedicano gran parte del tempo allo Sport, magari non conoscendo in maniera approfondita l’argomento. Noi come Federazione, stiamo portando avanti un progetto di formazione per far crescere i dirigenti, la cultura, il loro sapere, e non è facile”.
I rapporti con le federazioni estere come sono, rivalità a parte ai tempi dell’agone, quando praticava? C’è una unità d’intenti o come accade nel Calcio ognuno pensa al suo orticello?
“Diciamo che da questo punto di vista c’è un gran rispetto, tra le nazioni: quando si è campo si è rivali però c’è molto fair play. Per il resto il mondo del Canottaggio è molto unito”.
Come procede il lavoro in vista dei Mondiali?
“Sarà un anno importante, per il nostro movimento, anche dal punto di vista organizzativo. Avremo due tappe in Italia: una a Sabaudia, l’altra a Varese. Avendo questi due appuntamenti, cercheremo al meglio di onorare questi eventi. Sabaudia procede abbastanza bene anche se ci sono dei lavori da fare, ma abbiamo il tempo, per farli. Varese è strutturato per una buona organizzazione”.
Poniamoci tutti un obiettivo. Nella Pallanuoto stiamo cercando di costruire un museo della Pallanuoto qui, all’Università Cusano. Esiste un museo, del Canottaggio? “Non esiste un vero e proprio museo. Ci sono diversi tentativi, per fare questo. Vediamo se nel prossimo futuro ci riusciamo”.
Una domanda particolare. Ogni tanto si sogna le telecronache di Galeazzi, che sono state il migliore spot?
“L’eco è rimasto nella mia mente, e questo è inevitabile. Dicevano gli antichi che per far vivere una grande vittoria, c’è bisogno di chi la sappia raccontare. A Giampiero va il mio ringraziamento per averlo saputo fare”.
Magari quell’obiettivo di costruire in Calabria altre situazioni la possiamo fare insieme. Come esprimerebbe Pompei, a chi viene dall’America?
“Si pensa che sia un luogo circoscritto e visitabile in pochi minuti o in un quarto d’ora. C’è bisogno almeno di una giornata, se si vogliono vedere le varie sfaccettature. E’ uno spaccato della vita dell’antichità, e tu puoi calarti e rivivere la vita vera, di quei momenti. Essendo stata sepolta all’improvviso, tutto, è rimasto intatto. Se uno si sofferma e chiude un po’ gli occhi si ritrova secoli addietro in momenti fatti di vita quotidiana, e può capire il vissuto di quel momento. Al di là dei colori, dei dipinti, che si possono ammirare, ne vale la pena, sicuramente”.
Sul Turismo d’Italia Giuseppe Abbagnale dice: “L’Italia è tutta un diamante, poi ci sono delle perle. L’Italia è bella tutta”.