Maturità: condizione psicoemotiva della vita, esame conclusivo di un ciclo di studi, condizione dei semi in grado di germinare. I significati del termine sono tanti. Di certo, la maturità è il momento di maggiore vitalità per gli organismi viventi, ovvero la fase in cui non si è più acerbi e neppure agé, e rispetto al ciclo vitale si frappone tra la gioventù e la vecchiaia. 

Maturità: il significato semantico

In Italia mezzo milione di maturandi, il 93% degli iscritti, conoscerà il proprio destino mercoledì 19 giugno, sarà il momento della prima prova, mentre giovedì 20 giugno sarà il momento della seconda prova, la prova orale è la più temuta. “E’ il primo esame della vita, ognuno di noi ha un ricordo diverso: per alcuni è stata una prova che ha suscitato ansia, per altri nostalgia – ha osservato Maria Tinto, psicologa e autrice del libro I bambini non nascono cattivi – forse un tempo l’esame di maturità aveva un significato semantico più forte e aderente alla realtà, oggi è difficile affermare che i ragazzi raggiungono la maturità al termine della prova.”

L’esame di maturità oggi

Maturità: com’è cambiata? “E’ un esame che coccola gli studenti, non li lancia nel mondo degli adulti, prolunga soltanto la fase adolescenziale, è soltanto una formalità stressante – ha osservato la dottoressa Tinto, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – essere giudicati agli occhi degli altri comporta stress, ansia, e paura. I riti di passaggio, una volta, traghettavano da una fase all’altra della vita i ragazzi, oggi questo non succede, gli studenti vengono accompagnati per mano dai genitori. E’ sufficiente guardare il video dimostrativo del Miur.”

Maturità emotiva

Se le declinazioni del termine sono tante, e la maturità emotiva è il significato che ci interessa di più, quando si è maturi emotivamente? “Quando si è in grado di scegliere, quando so quello che voglio. I ragazzi oggi non hanno progettualità alcuna e si perdono in percorsi universitari infiniti: manca in loro motivazione – si è congedata così Maria Tinto – la stessa alternanza scuola – lavoro trovo sia una presa in giro.”

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