L’avvocato Nino Marazzita è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Il sistema giudiziario italiano fa acqua da tutte le parti e così com’è non può produrre processi equi e sentenze eque. Il processo penale va cambiato, servono processo unico e separazione carriere. Quando sento un ministro dire: velocizziamo il processo, vuol dire che il ministro non sa bene cos’è un processo penale. Io ne ho fatti migliaia, lui quanti ne ha fatti?”
Sul sistema giudiziario italiano
“Il sistema giudiziario fa acqua da tutte le parti –ha affermato Marazzita-. E’ un sistema malato, che così come è congeniato non può produrre processi equi e sentenze eque. Si parla sempre di velocizzare il processo, delle intercettazioni telefoniche, ma non si parla mai di come riformare il processo che il è vero problema. In America si fa un solo processo, questo processo può essere impugnato davanti alla Grande Corte di Giustizia solo per casi straordinariamente sbagliati, casi abnormi. Un solo processo darebbe già la possibilità di smaltire tutti i processi che ci sono. Ci sarebbero più errori giudiziari? Il rimedio è un solo processo, ma con parità di forze. Da una parte l’avvocato di difesa, dall’altra l’avvocato dell’accusa con la separazione totale delle carriere. Non si può avere un processo equo se da una parte c’è un’armata: la Procura che inizia le indagini, indirizza il processo secondo una direzione che ritiene e poi arriva il povero piccolo difensore che deve cercare di ribaltare le cose e non sempre ci riesce. La Giustizia, se non si riforma ex novo, non può produrre un processo equo”.
Marazzita sul processo Pacciani
“Io sono stato avvocato di Pacciani nel processo d’appello –ha aggiunto Marazzita-, quello è un processo senza fine che è cominciato, è andato fuori strada e non si capisce dove è andato a finire. Ha distrutto persone, l’onorabilità di famiglie. La procura ha iniziato un processo, ha fatto uno screening per vedere chi era pregiudicato nel momento in cui il cosiddetto mostro uccideva. Quindi l’inchiesta è partita male, è stato una specie di sorteggio. Poi si è parlato di messe nere, riti satanici. Alla fine non si è saputo mai chi era il vero serial killer. Questi processi il cittadino italiano li subisce e si illude ogni volta che le cose cambino, ma non cambiano mai. Quando sento un ministro dire: velocizziamo il processo, vuol dire che il ministro non sa bene cos’è un processo penale. Io ne ho fatti migliaia, lui quanti ne ha fatti?”.