Natale Giunta, famoso chef siciliano, noto al grande pubblico per la sua partecipazione al programma Rai “La prova del cuoco”, è intervenuto a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente. Lo chef, che nel 2012 ha denunciato i suoi estorsori a Palermo, ha raccontato la revoca della scorta da parte dell’Ucis, a cui fa capo il ministero dell’Interno, nonostante un sentenza del Tar del Lazio abbia ripristinato la protezione precedentemente sospesa. “Sto bene, nella vita mi piacciono le battaglie per un ideale, cerco di non farmi calpestare soprattutto dallo Stato, che in teoria dovrebbe proteggerci”, dice subito lo chef di Termini Imerese.
La revoca della scorta
“Ho avuto la scorta in tutta Italia per motivi gravissimi, poi è stata ridimensionata ai soli confini siciliani. Un anno fa con una telefonata un tenente colonnello dell’ufficio che si occupa delle scorte di Palermo, che a sua volta aveva ricevuto una notifica dall’Ucis, mi comunica che dal giorno seguente non avrei avuto più la scorta e che mi sarei dovuto organizzare. Tramite il mio legale chiedo allora una notifica dell’atto della revoca della scorta ma questo atto non mi verrà mai notificato. Scriviamo nel frattempo al Prefetto di Palermo che non mi ha mai risposto né ricevuto. Scriviamo anche al ministro dell’Interno Salvini che ci rivolge lo stesso trattamento. Il mio avvocato fa ricorso al Tar di Roma perché la notifica a voce della revoca della scorta non ha nessuna validità. Ed è uno scandalo che una comunicazione di questo genere venga data voce. La sentenza del Tribunale è a mio favore, il giudice mi mette di nuovo sotto protezione per gravi pericoli per la mia incolumità, dispone la scorta immediata e ordina di allargare la scorta a livello nazionale. L’Ucis, in barba a una disposizione del giudice, lunedì scorso mi notifica un atto in cui mi comunica l’avvio del procedimento di revoca della scorta. E’ una cosa folle, vergognosa”.
Le prossime mosse
“Faremo di nuovo ricorso al Tar del Lazio. Intanto, è ed una notizia bellissima, martedì prossimo sarò ascoltato in Parlamento perché sono stato convocato d’urgenza dal presidente della Commissione antimafia. Mi auguro che saranno chiamati tutti, dal prefetto al ministro Salvini per riferire sul caso. Con il mio avvocato stiamo anche pensando di denunciare Salvini e l’Ucis stesso per non aver rispettato il dispositivo del giudice, ci stiamo muovendo in tutti i sensi, sul piano civile e su quello penale”.
Il perché della scorta. “Ho denunciato mafiosi che mi hanno chiesto il pizzo per il mio ristorante. Non sono stato minacciato da ladri di macchine ma da persone pericolose, da mafiosi. Uno di loro è stato implicato nel processo contro Toro Riina. Quelle cinque persone che mi hanno chiesto il pizzo e che ho denunciato sono finite in galera”.
Su Matteo Salvini
“Il ministro fa solo propaganda politica, lui che ha tantissimi uomini che lo proteggono. Salvini non è mai stato in un processo antimafia, non ha mai testimoniato contro i mafiosi come ho fatto io in un’aula di tribunale, non è mai stato in carcere a riconoscere i delinquenti dietro le sbarre, i suoi sono solo slogan. Quando parla di criminalità il ministro si riferisce solo agli immigrati e non alla mafia. Ma che ne sa lui, non ha mai puntato il dito contro i mafiosi in tribunale. Il ministro passa il suo tempo al ministero io abito accanto alle persone che ho denunciato. Quando vado a casa, con la scorta, i parenti delle persone che ho mandato in galera me ne dicono di tutti i colori. L’ultima minaccia l’ho ricevuta un anno e mezzo fa, mi è stato recapitato a casa un proiettile. Ma non sono in pericolo per il ministro. Questa è la lotta alla mafia? Poi ci dicono di denunciare ma i cittadini devono sapere quello a cui vanno incontro se parlano”.
La telefonata con Salvini e l’amicizia con Elisa Isoardi
“Con il ministro ci siamo sentiti una volta a novembre dell’anno scorso, quando era ancora fidanzato con Elisa. Forse da quando si sono lasciati, gli dà fastidio la mia amicizia con Elisa, alla quale tengo, è una persona perbene. Mi auguro che sia solo un cattivo pensiero giornalistico. Salvini ha alzato dei muri che secondo me sono dei muri personali, non mi do altre spiegazioni.
Sulla scelta di denunciare la mafia
“Lo rifarei ma me ne andrei dall’Italia. Oggi non ho paura ma sono tanto arrabbiato. Ho paura più per la mia famiglia. Io ho fatto le mie scelte e ho deciso per la mia vita. Grazie alla televisione che mi ha fatto conoscere posso denunciare quello che mi sta accadendo ma ci sono tanti cittadini che hanno subito lo stesso trattamento e sono finiti nel dimenticatoio”.