Lorenzo Bazzana, responsabile economico della Coldiretti, è intervenuto nella trasmissione ‘Un giorno da ascoltare’ condotta da Arianna Caramanti e Camilla Vitanza su Radio Cusano Campus per commentare l’aumento del 18% dell’export italiano nel Regno Unito.

Conseguenze del No Deal

Con un’uscita senza accordo non ci sarebbe la tutela reciproca delle denominazioni di origine. Quindi c’è il rischio che il mercato inglese possa diventare, magari con accordi con paesi come gli Stati Uniti, il punto d’ingresso di prodotti che scimmiottano le DOP e IGP italiane ma che non hanno a che vedere con i nostri prodotti.

L’export italiano nel Regno Unito vale 3,4 mld di euro. Infatti la Gran Bretagna è la terza destinazione in Europa dopo la Germania e la Francia e la quarta nel mondo dopo gli Stati Uniti. Se ci dovessero essere difficoltà ad esportare, senza nuovi sbocchi di mercato, questo sarebbe un problema per il settore agroalimentare. Lo abbiamo già vissuto con l’embargo russo che si è tradotto in grosse difficoltà per il nostro agroalimentare perché si trattava di un mercato che stava iniziando a dare buoni risultati.

Corsa alle scorte di cibo italiano

“I buyer e una parte della distribuzione inglesi temono di non riuscire ad avere poi tempistiche adeguate nell’importazione nell’eventualità di un’uscita senza accordo. L’uscita senza accordo significherebbe barriere tariffarie e problemi nell’attività di sdoganamento. Cercano di placare questo timore con l’aumento delle scorte per non ritrovarsi con una carenza di prodotti italiani a fronte di una sistema di importazione che diventerebbe molto più complicato. Se venissero applicate delle barriere tariffarie, ci sarebbe un aggravio dei costi d’importazione.

Il prosecco il più amato

Il prodotto più richiesto è certamente il prosecco: nel 2018 abbiamo esportato oltre 827 mln di euro di vino, di cui la metà era prosecco. Il prosecco è certamente nella Top Ten dei prodotti maggiormente apprezzati dagli inglesi. Anche se, nel primo bimestre del 2019 sono cresciuti sia i formaggi da grattugia con un +17%, sia le conserve di registrando un aumento del 35%.

La campagna di disinformazione in atto nel Regno Unito contro i prodotti italiani amati dagli inglesi non è altro che una campagna denigratoria. Una campagna messa in circolazione dai concorrenti evidentemente preoccupati dalla forte crescita dei prodotti nostrani. Non dimentichiamoci che in Inghilterra il consumo tradizionale di birra viene aggredito dall’importazione di prosecco.”