Massimiliano Smeriglio, europarlamentare del PD, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “No a toni trionfalistici, era difficile fare peggio del 4 marzo 2018. C’è una lieve ripartenza, di cui anche i renziani dovrebbero essere contenti. Dobbiamo recuperare i voti del M5S. Se ci facessimo bastare qualche accordicchio di palazzo per ribaltare il governo in carica saremmo dei pazzi, non verremmo capiti dai cittadini e alle elezioni successive la Lega prenderebbe il 60%”
Sui segnali di ripresa del PD
“Era difficile fare peggio del 4 marzo 2018 –ha affermato Smeriglio-. Abbiamo ricostruito e affermato su scala nazionale un modo diverso di intendere la ricostruzione. Mai più la centralità dell’autosufficienza, ma l’idea che si costruisce un campo largo. Poi è cambiato anche il quadro politico, con la crisi profonda del M5S. Si ripropone un bipolarismo normale con la destra da una parte e il campo progressista dall’altra. C’è una lieve ripartenza, non dobbiamo utilizzare toni trionfalistici. Renziani dicono che abbiamo perso voti? Il risultato del 40% di Renzi 5 anni fa è stato straordinario perché interpretava in quel momento lo spirito del tempo. In quel momento io non mi sono messo a dire che in termini assoluti erano gli stessi voti che aveva preso Veltroni quando prese il 32%. Oggi anche Renzi dovrebbe tenere molto al risultato che ha raggiunto il Pd a queste europee perché è una ripartenza del campo progressista. Dobbiamo recuperare i voti del M5S. Se noi ci facciamo bastare qualche accordicchio di palazzo per ribaltare il governo in carica saremmo dei pazzi, non verremmo capiti dai cittadini e alle elezioni successive la Lega prenderebbe il 60%. Bisogna stare coi piedi sul terreno e recuperare voto per voto. C’è una riapertura di credito nei nostri confronti e noi su quello dovremo lavorare. E’ una fase di rigenerazione e costruzione. Campo largo centrosinistra? Quel modello è stato l’unico che ha portato il centrosinistra al governo, poi è stato vittima dell’eccessiva frammentazione. A quel tempo c’erano 8 forze politiche diverse tra loro, qui si tratta di mettere insieme le culture democratiche esistente. Continuare a fare i distinguo, buttare voti nella frammentazione autolesionistica della sinistra è un errore drammatico, bisogna avere la pazienza di ricucire”.
Sull’immigrazione
“La Lega è bravissima a raccontare una storia che non sta in piedi. Nel programma del PD c’è un punto chiaro su questo aspetto: chi mette piede sul territorio italiano mette piede sul territorio europeo. Questo avrebbe conseguenze importanti dal punto di vista dell’accoglienza, ma l’accoglienza condivisa tra i Paesi europei. Gli alleati di Salvini, i Paesi dell’est se ne fregano di quello che succede nel sud dell’Europa. Al di là delle chiacchiere e della propaganda che la Lega è bravissima a fare, il punto è costruire una responsabilità della presa in carico dei flussi di stampo europeo. Questa presa di responsabilità anche sulle paure degli italiani non deve farci dimenticare la dimensione umanitaria. La Lega va forte perché cavalca le preoccupazioni degli italiani, senza però risolverle. L’apertura della nuova sede del PD a Casal bruciato è importante perché è da quei territori che dobbiamo ripartire”.