Abbandono scolastico: in Italia dati da brivido, peggio di noi soltanto Romania, Malta e Spagna. E’ necessario invertire la rotta, guardare avanti fiduciosi, con la consapevolezza di aver dato ai giovani gli strumenti giusti per crescere, e puntare al meglio. Per queste ragioni, abbiamo voluto capire meglio il problema, con Isabella Milani, esperta del rapporto tra educazione, società e scuola e autrice di “Maleducati o educati male?”

Ragazzi vanno a scuola a scaldare i banchi

“I giovani che lasciano la scuola sono gli stessi che faticano a frequentarla, sono tra i banchi ma vorrebbero stare altrove: non sono abituati a stare seduti, hanno una famiglia che spesso non ha i mezzi culturali per far capire l’importanza dello studio e della fatica, molti di loro vengono spronati dalla famiglia a lavorare i campi, quindi molte famiglie impediscono loro di essere coinvolti dall’ambiente scolastico, che è quello della cultura e della fatica – ha osservato Isabella Milani, su Radio Cusano Campus, a Tutto in Famiglia – questi ragazzi vanno a scuola, finché devono, ma scaldano i banchi e li scaldano anche male. La scuola non è fatta per loro.”

La struttura non funziona

“Nella scuola ci sono ragazzi difficili, che in certe attività sarebbero bravissimi, quindi non sono previsti tutti i tipi di intelligenza. Ricordo un ragazzino che in un attimo ha aggiustato lo sportello della biblioteca – ha aggiunto Milani – io ho provato a sistemarlo cento volte, senza riuscirci: è la struttura della scuola che non va bene. Se c’è qualcuno interessato ad aggiustare le biciclette bisognerebbe organizzarsi con dei laboratori ad hoc per loro. Gli insegnanti non posso andare oltre, sono bloccati, fanno quello che possono.” 

Abbandono scolastico: sappiamo di studenti che a fine maggio studiano come se fossero nel pieno del percorso didattico. Evidentemente sono in affanno, o non hanno dimostrato interesse per lo studio durante l’anno, anche questo è un segnale critico, che dimostra che le cose non vanno come dovrebbero. “Stanno tentando di salvare i ragazzi dalla bocciatura”, si è congedata così Isabella Milani.

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