Si conclude a Roma la campagna ‘Una Vita da Social’ arrivata alla sua sesta edizione. Si tratta di un progetto educativo itinerante realizzato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori.
Spesso l’uso dei social network è distorto e gli utenti hanno la percezione di esprimersi in un luogo intimo
Una campagna che trova la sua ragione nel contesto attuale, laddove il ruolo dei social network nella quotidianità dei teenager assume sempre più rilevanza. Tutto ciò ha determinato una crescita esponenziale dei minori vittime di reati contro la persona. Ancora oggi i ragazzi si esprimono e sembrano pensare che il web sia un po’ “una terra di nessuno”, dove si scambiano messaggi e post senza pensarci troppo e le azioni online vengono valutate spesso come un gioco privo di conseguenze.
L’uso dei social network è spesso distorto e gli utenti hanno la percezione di esprimersi in un luogo intimo e personale. Questo spinge ad esporre la propria vita privata, a rivelare informazioni personali a scapito della propria privacy e di quella altrui. Emerge dunque l’esigenza di trovare un equilibrio tra la tutela della libertà di manifestazione e la tutela di altri interessi giuridicamente rilevanti. Come ad esempio il diritto all’onore, alla reputazione, alla dignità personale, alla riservatezza, al buon costume e alla morale.
Non bisogna solo diffidare dei partner più o meno conosciuti, a volte la minaccia arriva dai social
Secondo una recente ricerca di Skuola.net per la Polizia di Stato, che ha coinvolto 6500 ragazzi tra i 13 e i 18 anni, il 24% di loro ha scambiato almeno una volta immagini intime con il partner via chat o social. Tra questi, il 15% ha subito la condivisione con terzi, senza consenso, di questo materiale. Il motivo più frequente risulta essere lo scherzo. La reazione più diffusa? Nella maggior parte dei casi è il silenzio. Le ragazze sono quelle più intimorite dal giudizio. Non manca chi, pur non subendo la condivisione del proprio materiale intimo, ne è stato minacciato.
Tuttavia non bisogna solo diffidare dei partner più o meno conosciuti, a volte la minaccia arriva dai social. Emerge che a 1 adolescente su 10 è capitato almeno una volta di essere contattato da un profilo sconosciuto per una sessione di ‘sesso virtuale’ in cambio di denaro. Il 20% di questi non si è fermato e ha accettato la proposta, espondendosi poi al rischio di sextorsion.
Attraverso il progetto ‘Una vita da social’, gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato oltre 1 milione e 700 mila studenti sia nelle piazze che nelle scuole. Sono state raggiunte 250 città sul territorio 12 milioni di utenti mensili sui social. Il truck, allestito con un’aula didattica multimediale, è partito dalla città di Matera e si conclude ora a Roma. Nel corso dell’anno scolastico 2018/2019 gli operatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Lazio hanno effettuato incontri coinvolgendo 250 Istituti Scolastici del Lazio, coinvolgendo 33.327 studenti, 2.235 genitori e 1.730 docenti e trattando argomenti come adescamento on line, truffe, furti di identita’, cyberbullismo e hackering.
fonte DIRE