Rogo Mirandola, Giuditta Pini, deputata del PD, è intervenuta ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Questo è l’effetto del decreto sicurezza che ha chiuso gli sprar e messo in strada i migranti. Vorrei che Salvini, anziché fare video selfie onanistici, venisse in Parlamento a spiegare cosa è successo”

Sul rogo di Mirandola

Quanto è accaduto a Mirandola è ora sul tavolo del Ministro dell’Interno Salvini dopo un’ interrogazione presentata da Pini che chiede chiarimenti sul fatto che il giovane autore del rogo, pur colpito da provvedimento di espulsione e fotosegnalato a Roma, potesse girare tranquillamente sul territorio nazionale.  “Il punto è che questa persona ieri ha dato fuoco alla sede della polizia municipale di Mirandola e quando si è capito chi era, si è scoperto che il 14 maggio gli era stato notificato il foglio di via –ha affermato Pini-. Una volta aveva tentato di dare fuoco a una caserma dei carabinieri e non era stato preso alcun provvedimento. Ora il Viminale dice che essendo minorenne e avendo fatto richiesta di asilo non potevano espellerlo. Col decreto sicurezza, smantellando gli sprar e lasciando le persone per strade, non c’è alcuna assistenza per queste persone che avrebbero magari bisogno anche di assistenza a livello psichiatrico, gli si dà un foglio di via in mano. Vorrei che il ministro dell’interno, anziché fare video selfie onanistici, venisse in Parlamento a spiegare cosa è successo. Togliendo il meccanismo degli sprar, succede che uno sparisce. Questo è l’effetto del decreto sicurezza che ha creato dei vuoti normativi. Quella di Mirandola è una storia poco chiara, ci sono tante informazioni contrastanti, non si capisce bene cosa sia successo, chiediamo al Viminale di spiegarci quale è stato il passaggio che è mancato”.