Maestra sospesa a Catania: “Più facile sanzionare un proprio docente che litigare con una famiglia”. Parla l’Avv. Dario Fina, che sta difendendo la maestra dall’accusa di violenza e plagio politico.

Censura o provvedimento giusto? Nei giorni scorsi ci eravamo tutti posti il quesito pensando alla vicenda della professoressa Rosa Maria Dell’Aria, raggiunta da una sanzione dell’Ufficio scolastico provinciale sotto forma di sospensione dall’insegnamento e relativa decurtazione stipendiale. La sua colpa? Ormai è nota a tutti: non aver vigilato sul “pensiero” dei suoi alunni, chiamati a realizzare una videoproiezione per celebrare la giornata della memoria e convinti di poter accostare, nella trattazione più generale della privazione dei diritti fondamentali dell’essere umano, la promulgazione delle leggi razziali del ’38 e il decreto sicurezza del Ministro Salvini.

Nemmeno il tempo di ragionare sull’accaduto ed ecco emergere un fatto analogo, non per modalità e tempistiche ma rispetto all’epilogo della vicenda: ancora una sospensione dall’insegnamento, questa volta per due giorni e a danno di una maestra catanese, rea di aver letto brani ai suoi piccoli studenti tratti dal “Diario di Anna Frank”. Dallo stupore iniziale si è passati ai dettagli della vicenda, che avrebbe visto la maestra mollare uno scappellotto ad un bambino, andando incontro alle ire della madre. Per circoscrivere al meglio la situazione, Radio Cusano campus ha contattato il legale della maestra, l’Avv. Dario Fina, che ha dichiarato:

“Il tutto ha inizio con una segnalazione, risalente ai primi giorni di febbraio, da parte della mamma di un alunno della mia assistita. La signora in questione si lamentava dell’atteggiamento fin troppo severo della maestra, sfociato in un presunto scappellotto al bimbo, oltre ad un possibile plagio politico per aver letto alcuni brani in classe tratti dal Diario di Anna Frank. Questa segnalazione faceva partire un provvedimento disciplinare dalla dirigente, allo scopo di sentire le parti in causa e ricostruire l’accaduto. Sentito il bambino, una sua compagna di banco e due colleghe maestre presenti all’accaduto e riportate a verbale tutte le dichiarazioni, emergeva come lo scappellotto non fosse mai stato dato”.

“Malgrado dalle dichiarazioni raccolte risultasse solo la severità della maestra nel redarguire il bimbo per un compito non svolto, la dirigente riteneva di dover proseguire nel procedimento avvisando la mia assistita che, di lì a poco, ha prodotto una corposa memoria difensiva nella quale respingeva e negava ogni addebito, sia riguardo lo scappellotto, sia per l’accusa di indottrinamento politico. A fronte di tutto ciò, la maestra veniva raggiunta dal provvedimento di sospensione per due giorni dall’insegnamento e dalla retribuzione. In buona sostanza, non è stata considerata credibile né la testimonianza della compagna di banco, né quella delle maestre presenti al fatto perché lo spirito di colleganza avrebbe potuto distorcere le loro dichiarazioni. La lettura del Diario di Anna Frank è stata ritenuta inopportuna per una platea di bambini di terza media”.

“Oggi il dirigente di una scuola, che basa la sua sopravvivenza anche sui contributi volontari dei genitori, preferisce andare contro ad un suo insegnante invece che litigare con una famiglia, perché sono le famiglie che foraggiano le attività didattiche”.

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