Insegnante sospesa a Palermo, Christian Raimo, scrittore e assessore alla cultura del III Municipio di Roma, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Quando insegnavo a Centocelle alcuni studenti difendevano la possibilità di bruciare i campi rom, cosa avrei dovuto fare se non pensare che la scuola fosse un luogo di dibattito e discussione? Il fatto che ci sia stato un delatore che abbia diffuso quel video, che un sottosegretario l’abbia segnalato al Ministero e che poi ci sia stata un’ispezione, questo avviene nei regimi totalitari e fascisti. E’ un atto squadrista. Quello che accade dentro la classe deve rimanere dentro la classe. C’è l’art. 33 della Costituzione che tutela la libertà di insegnamento. Quello che è accaduto è un episodio di una gravità incredibile, i sindacati avrebbero dovuto immediatamente indire uno sciopero”

Riguardo la vicenda dell’insegnante sospesa a Palermo per aver permesso agli studenti di paragonare le leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza

“Capita che i miei studenti siano per la pena di morte, siano per bruciare i campi rom, pensino che lo stupro sia giusto. Io credo che anche le opinioni più aberranti all’interno di una classe debbano esserci. Quando insegnavo a Centocelle alcuni studenti difendevano la possibilità di bruciare i campi rom, cosa avrei dovuto fare se non pensare che la scuola fosse un luogo di dibattito e discussione? Il fatto che ci sia stato un delatore che abbia diffuso quel video, che un sottosegretario l’abbia segnalato al Ministero e che poi ci sia stata un’ispezione, questo avviene nei regimi totalitari e fascisti. E’ un atto squadrista. C’è l’art. 33 della Costituzione che tutela la libertà di insegnamento. Il merito della questione non è quello che c’è nel video, il merito della questione è che i responsabili delle istituzioni della scuola che sono intervenuti in quel modo vanno penalizzati pesantemente. Se io penso che l’obiettivo fondamentale della scuola sia far crescere dei cittadini, una crescita delle persone autonome rispetto al mondo, per farlo devo rispettare tutti i passaggi. Quello che accade dentro la classe deve rimanere dentro la classe. Quello che è accaduto è un episodio di una gravità incredibile, i sindacati avrebbero dovuto immediatamente indire uno sciopero. La scuola è parte di una comunità educante e ha dei luoghi dove avviene delle riflessioni sulla scuola stessa, come i consigli di classe, d’istituto, i collegi dei docenti. Quello che avviene in classe deve essere protetto. I ragazzi sono esposti ad una pluralità di voci, ogni studente si confronta con almeno 10-15 figure educative. Mettiamo che io trovi un professore che è una carogna, comunque ho sempre la possibilità di avere vari educatori”.